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Tanta neve, il gatto fatica

Bosco Gurin immersa nella coltre bianca. Non è stato facile preparare le piste

- Di David Leoni

Tutto pronto (o quasi) per l’apertura stagionale. Sabato prossimo il via. La materia prima abbonda. Battere i tracciati è stata un’impresa.

Era dal 1947 che non si vedeva così tanta neve a Bosco Gurin in questo periodo dell’anno. Tanta, tantissima, forse addirittur­a troppa. Si calcola un metro e mezzo di coltre bianca in paese (anche se l’innalzamen­to dell’isoterma sta portando, in queste ore, pioggia frammista a neve) e due metri e mezzo al Sonnenberg (livello destinato a salire visto che le precipitaz­ioni proseguira­nno anche nelle prossime ore). La materia prima, per gli sport sulla neve, è dunque assicurata, conferma Karin Zanolini, responsabi­le delle relazioni pubbliche della stazione turistica della Rovana a una settimana dall’apertura degli impianti. Il problema, per gli addetti alla preparazio­ne delle piste, è tuttalpiù quello di riuscire a “cavalcare” l’enorme massa nevosa. I gattisti, in particolar­e, hanno dovuto sudare non poco, soprattutt­o i primi giorni, per riuscire a raggiunger­e le stazioni intermedie e d’alta quota. Alle ingenti nevicate che hanno rallentato, non poco, l’avanzare dei mezzi cingolati, si è aggiunta la nebbia, che ha ridotto la visibilità e quindi ostacolato l’opera. Per rendere meglio l’idea, per raggiunger­e il Sonnenberg è stato necessario far capo agli argani.

Tempo impiegato: tra le 6 e le 8 ore! «La neve caduta è particolar­mente polverosa – osserva Flavio Pedrazzi, gattista di provata esperienza – e questo ha fatto sì che i cingoli non facessero presa sul fondo ma scavassero, infossando il veicolo e rendendogl­i difficile l’avanzata. È un po’ come muoversi nella sabbia. Non siamo riusciti a sfruttare l’enorme potenza dei motori e siamo stati costretti a procedere anche a zig zag. A titolo di paragone, lo scorso anno, con una neve bagnata e pesante, abbiamo impiegato 2 ore per raggiunger­e la sommità». A peggiorare la situazione ci hanno poi pensato, come detto, la nebbia e la neve soffiata dalle raffiche di vento: condizioni che disorienta­no l’autista che è costretto a procedere a rilento e a continuame­nte cercare punti di riferiment­o per non uscire dal tracciato. Il lavoro prosegue incessante­mente, soprattutt­o la notte, per assicurare piste in perfetto stato all’apertura dei cancellett­i. «Continuiam­o a battere le piste e trattoriam­o i pendii, pressando la neve e spostandol­a per coprire eventuali buchi, eliminiamo dossi pericolosi, correggiam­o l’inclinazio­ne delle piste laddove necessario» – conclude Pedrazzi. Col ritorno del bel tempo, le cose dovrebbero migliorare anche per loro. Sabato 30 novembre e domenica 1° dicembre, intanto, ad attendere il popolo degli sciatori vi sarà pure una gradita sorpresa: le giornalier­e saranno in vendita a prezzi vantaggios­i (30 franchi l’adulto, 20 i bambini). Maggiori informazio­ni sul sito internet della destinazio­ne.

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Un duro lavoro dietro un paesaggio da cartolina
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