Palagnedra, il Comune aiuta S. Michele
Un sostanzioso contributo di 100mila franchi per finanziare i lavori di risanamento dell’antica Chiesa di San Michele, a Palagnedra, un gioiellino di valore storico e artistico conosciuto soprattutto per le opere pittoriche tardogotiche del pittore Antonio da Tradate che ornano le sue pareti. Un bene culturale e religioso, l’edificio sacro, inserito nell’Inventario svizzero dei beni culturali d’importanza nazionale che il Municipio di Centovalli intende contribuire a valorizzare. A tale scopo sottopone al legislativo una richiesta di credito che servirà ad aiutare la parrocchia di Palagnedra a finanziare gli interventi di restauro. Si tratta della quarta tappa del progetto. Essi si focalizzano sul recupero conservativo della decorazione pittorica novecentesca interna della navata e del ciclo di affreschi del Tradate; all’esterno del monumento, invece, si procederà al restauro degli intonaci sei-settecenteschi come pure della torre campanaria. L’investimento complessivo è davvero ragguardevole e quantificato in 1,2 milioni di franchi. Grazie ai contributi di Cantone e Confederazione, che partecipano al finanziamento dei lavori per un totale di circa 570mila franchi, una buona parte dell’importo è coperto. Come già avvenuto per la chiesa della vicina frazione di Rasa, l’esecutivo intende dunque sostenere l’iniziativa e ridare al prestigioso edificio che fa parte del patrimonio della valle il suo splendore. Le prime notizie della chiesa di San Michele risalgono al XIII secolo, anche se l’aspetto attuale si deve a successive modifiche. Inserita nel contesto urbano di questo piccolo nucleo, era considerata la chiesa madre delle Centovalli.
E a Rasa le campane volano
Intanto mercoledì, a pochi chilometri di distanza in linea d’aria, un altro edificio religioso è finito al centro dell’attenzione. Si tratta del campanile della chiesa della frazione di Rasa. La torre ha infatti ritrovato, dopo mesi, i suoi sacri bronzi, vale a dire le campane. Sono tornate al loro posto dal quale erano state tolte nell’ambito del vasto piano di lavori di restauro della struttura, voluto dalla locale Rettoria, che ha interessato l’edificio. Le campane della chiesa tardobarocca di Sant’Anna sono state issate grazie all’impiego di un elicottero. La scorsa estate erano state “inviate” a Lucerna per essere restaurate. Ora potranno dunque tornare a suonare e scandire il trascorrere del tempo come fatto per secoli.