Campione d’Italia, Livigno insegna
Per contrastare l’imposta locale sul consumo prevista dal 1° gennaio 2020 in coincidenza dell’inclusione dell’enclave nello spazio doganale europeo, che significa portare in casa la dogana svizzera, fatto più unico che raro in Italia, il Comitato Civico, presieduto da Roberto Canesi, ha deciso di salire sulle barricate, facendo ricorso alle carte bollate. Il Comitato Civico rileva che il disegno di legge sull’imposta locale sul consumo prevede che i campionesi dovrebbero pagare sugli acquisti in Italia prima l’Iva (22%) e subito dopo l’imposta locale con aliquote corrispondenti all’Iva applicata in Svizzera. “Recentemente la Corte di Cassazione con una sentenza dello scorso 1 marzo ha dichiarato l’illegittimità di una norma, identica a quella che si intende introdurre a Campione, che era stata prevista a Livigno – sottolinea Canesi –. Illegittimità dovuta al fatto che una simile misura costituisce una violazione al principio di libera circolazione in Europa delle merci, che impone il divieto tra gli stati europei, a maggior ragione all’interno dello stesso Stato, di istituire dazi doganali all’importazione e all’esportazione e di qualsiasi tassa di effetto equivalente. C’è di più: in virtù del principio di libero scambio, previsto dal Trattato tra Svizzera e Cee del 1972 è fatto divieto di introdurre una tassa equivalente a dazi doganali all’importazione negli scambi con la Svizzera”. Ancora Canesi: “Potrebbe inoltre rilevarsi un’illegittimità costituzionale in quanto questa imposta va a incidere unicamente sul territorio comunale con effetto palesemente discriminatorio per i soli cittadini di Campione”. Una storia infinita che sempre più appare senza fine.