Chi costruisce in piazza?
Mendrisio, riedificazione di piazza del Ponte: chiesti lumi sull’‘ordine’
Il consigliere comunale dei Verdi Tiziano Fontana vuole vederci chiaro: ‘È il Dipartimento del territorio che impone un nuovo edificio?’
Lo spazio lasciato libero dall’ex Jelmoli, resterà vuoto o verrà riedificato? Una domanda tornata a più riprese. Al centro sempre lei, piazza del Ponte a Mendrisio. Una questione che, ormai da anni, tiene banco sia nella politica comunale come pure tra la cittadinanza. Risale a circa un anno fa la ‘fine’ del palazzo ex Jelmoli il quale, una volta demolito, ha lasciato spazio al ‘vuoto’. O meglio, a una piazza. I cittadini, d’altronde, nell’aprile del 2016 (e anche prima, nel 2007, attraverso la petizione ‘Per una Piazza del Ponte degna del suo nome firmata da 3’212 cittadini) avevano chiaramente espresso la volontà di decidere il futuro dell’area: 1’774 sottoscrizioni al referendum ‘Un’effimera Piazza del Ponte? No grazie’. E la chiamata alle urne, avvenuta il 25 settembre dello stesso anno, ha dato il suo verdetto: il 56,3% dei votanti si è schierato con i referendisti. Volontà popolare: i mendrisiensi, allora, avevano ottenuto la loro piazza “senza mettere in conto ulteriori edificazioni” (vedi ‘laRegione’ del 26 settembre 2016). Dal 2016 ad oggi, come detto, lo stabile ex Jelmoli non c’è più e la piazza è stata sistemata provvisoriamente. E non è da escludere che, da quelle parti, si torni a costruire, a edificare. A dirlo è l’esecutivo il quale, nel rispondere a un’interrogazione ha spiegato che “nell’ambito del rilascio dei preavvisi cantonali per la demolizione dell’edificio ex Jelmoli e per la sistemazione transitoria, il Dipartimento del territorio ha imposto al Municipio di procedere con un concorso di architettura per la sistemazione finale della piazza, che ne consideri la riedificazione”. Dunque: “è il Dipartimento del territorio che ‘impone’ di costruire o è il Municipio che vuole costruire?”. La domanda se l’è posta il consigliere comunale de I Verdi Tiziano Fontana il quale, in un’interrogazione chiede che – dopo l’esito chiaro della votazione del 2016 – siano fatti i necessari “chiarimenti giuridici e politici”. A partire dalla ‘carta’ ovvero: “in quale documento il Dt ha imposto al Comune di indire un concorso finalizzato a far costruire un nuovo edificio al posto dell’ex stabile Jelmoli?”. E se fosse vero che l’‘ordine’ arriva da Bellinzona, “su quale base legale (diritto pianificatorio cantonale o federale, Legge organica comunale, Legge edilizia o altro) il Dt fonda (pretende di fondare) la sua volontà di ‘imporre’ all’esecutivo di edificare il fondo? Da ultimo: nel caso vi sia questa “possibilità giuridica”, il Municipio di Mendrisio “ha accettato (o accetta) questo ‘diktat’ senza opporsi e senza rivendicare la sua autonomia comunale, che peraltro è stata spesso invocata per non seguire le indicazioni contenute negli esami preliminari del Dt in materia pianificatoria?”.