laRegione

Si lavora alla frana per liberare le case

A Melano sono in corso i delicati lavori di sgombero della frana che minaccia due case

- di Leonardo Terzi

Uno speciale ‘ragno’ serve a imbrigliar­e terreno e detriti per evitare ulteriori crolli nella frana di via Bressanell­a mentre il materiale viene tolto ‘a pezzi’. Ecco il punto dei lavori.

Uno speciale ‘ragno’ serve a imbrigliar­e terreno e detriti per evitare ulteriori crolli nella frana di via Bressanell­a mentre il materiale viene tolto ‘a pezzi’

Si sta rivelando una operazione molto complicata lo sgombero dei detriti, essenzialm­ente le parti del muro di contenimen­to, che sono rovinati a valle lo scorso 4 ottobre in via Bressanell­a a Melano danneggian­do seriamente l’abitazione a valle e minacciand­o la stabilità della casa a monte di questa opera di premunizio­ne. Una situazione delicata, visto che la zona è parecchio ripida. I lavori sono diretti dal geologo Urs Luechinger e dall’ingegner Rinaldo Passera. «Abbiamo iniziato la settimana scorsa – ci conferma Urs Luechinger – ma le operazioni vanno un po’ a singhiozzo per via del maltempo. Abbiamo messo in campo una ditta specializz­ata in opere di questo genere, la Risanarocc­ia di Minusio, che con un ragno meccanico può trattenere il materiale mentre viene frantumato e asportato un pezzo alla volta». Un procedimen­to lungo e delicato, spiega il geologo. Bisogna ricordare che il rischio di ulteriori danni è latente. La casa a valle, colpita in modo importante, sia ai muri che al tetto, è tutt’ora abitata, nel senso che una parte dello stabile è agibile mentre quella a monte, è dichiarata inagibile. La famiglia che vi risiede ha deciso di restare in casa propria abitando perciò gli spazi ritenuti sicuri. Viceversa, la famiglia che vive, o meglio viveva nella casa a monte ha invece preferito stabilirsi provvisori­amente altrove, prendendo in affitto un’altra abitazione. In questo caso gran parte dello stabile, benché integro, è stato dichiarato inagibile: si trova infatti sul ‘ciglio del burrone’ ormai non più difeso dal muso caduto a valle. Una piccola parte della casa sarebbe agibile ma i proprietar­i hanno comprensib­ilmente preferito allontanar­si da quella che ormai è un’area di cantiere.

Un accettabil­e livello di sicurezza è garantito dai sensori di movimento, che trasmetter­ebbero un eventuale allarme per via telefonica. «Riceveremm­o la segnalazio­ne in quattro sui nostro telefonini» spiega Luechinger.

Ancora aperta la questione legale. Il muro, o meglio gli ‘strati’ di muro vennero costruiti correttame­nte? Si poteva ritenere una protezione efficace? I due profession­isti sono anche i periti nominati dalla Procura. «Uno degli scopi di questa operazione è proprio quello di liberare il campo per capire che cosa sia successo», risponde Luechinger. «Sui tempi e sul possibile esito degli accertamen­ti non posso dire nulla».

Lo ‘storico’ del manufatto è abbastanza complicato e comprende un muro originario, un altro ‘aggiunto’, scavi a valle e interventi alla strada svolti dal Comune.

 ??  ??
 ?? TI-PRESS/GIANINAZZI ?? Durante l’asportazio­ne del materiale viene impiegato il ‘ragno meccanico’
TI-PRESS/GIANINAZZI Durante l’asportazio­ne del materiale viene impiegato il ‘ragno meccanico’

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland