‘Passo storico’ fuori dal nucleare
La centrale di Mühleberg è stata definitivamente spenta. Lo smantellamento finirà nel 2034 Soddisfatti i contrari all’atomo, ma alcuni partiti e associazioni chiedono già la chiusura di altri impianti e più sostegno alle energie rinnovabili
Un momento “storico”: ieri alle 12.30, per la prima volta in Svizzera, è stata definitivamente spenta una centrale nucleare. Si tratta di quella di Mühleberg che era in servizio da 47 anni. Ora, alcuni partiti e associazioni chiedono ulteriori misure a favore delle energie rinnovabili. L’operazione è durata tre secondi: un dipendente della Bkw – la società specializzata in energia e infrastrutture che ha gestito l’impianto, situato una quindicina di chilometri a ovest di Berna, dalla sua messa in funzione il 6 novembre 1972 – ha premuto simultaneamente due pulsanti rossi nella sala di comando, mettendo così fine alla reazione nucleare a catena. Il reattore della centrale nucleare – che in 47 anni ha prodotto circa 130 miliardi di chilowattora di corrente, sufficienti a coprire l’attuale consumo di una città come Berna per oltre un secolo – si è quindi spento. Anche se la decisione di disattivare l’impianto era già stata presa nel 2013 – perché le misure di adeguamento previste dalla Confederazione per il funzionamento a lungo termine erano state valutate da Bkw non più convenienti –, l’evento di ieri ha provocato reazioni contrastanti. Dipendenti di lungo corso hanno esternato sentimenti di tristezza e rimpianto: sono convinti che la centrale nucleare avrebbe potuto funzionare ancora a lungo in modo affidabile. Da parte sua, il Forum nucleare svizzero ha sottolineato che “l’energia nucleare è la seconda fonte mondiale di elettricità con basse emissioni di CO2 dopo quella idrica”. Essa ha inoltre le potenzialità di coprire il fabbisogno energetico a prezzi concorrenziali e proteggendo allo stesso tempo l’ambiente e il clima.
I favorevoli all’uscita del nucleare sono invece soddisfatti e si augurano che si tratti solo dell’inizio: Verdi e socialisti hanno immediatamente preteso che ora venga spenta anche la centrale nucleare di Beznau – nel canton Argovia –, il più vecchio impianto in Svizzera. “Il futuro energetico” è “il rinnovabile al posto del nucleare”, ha sottolineato il partito ecologista in una nota diffusa ieri. Tuttavia, l’obiettivo di abbandonare completamente il nucleare in Svizzera è ancora lontano dall’essere raggiunto. È la conclusione emersa da un nuovo studio della Fondazione svizzera dell’energia: per gestori degli impianti di Beznau, Leibstadt (Ag) e Gösgen (So), rimane economicamente conveniente posticipare la disattivazione.
E ora ‘acqua e sole’
Dal canto suo, la ‘ministra’ dell’energia Simonetta Sommaruga ha parlato su Twitter di una giornata “storica”. Anche secondo la consigliera federale “il futuro risiede nell’energia indigena e pulita proveniente da acqua e sole”. In questo contesto, l’associazione di categoria Swissolar ha ricordato che “tra appena un anno e mezzo gli impianti fotovoltaici installati in Svizzera produrranno tanta corrente quanta quella di Mühleberg”, si legge in un comunicato. Tuttavia, per Swissolar “ciò non è sufficiente”. L’associazione invita quindi Confederazione e Cantoni a ottimizzare gli strumenti di incentivazione per il fotovoltaico che “è di gran lunga” l’energia “con il maggior potenziale di sviluppo”.
Anche l’energia eolica “è ai blocchi di partenza”, ha assicurato Suisse Eole. Stando all’associazione i progetti in questo settore sono numerosi, ma a volte vengono “considerevolmente ritardati dalle opposizioni” di alcune “organizzazioni ambientaliste”. E ciò “è in netta contraddizione con le decisioni prese dai Comuni”, visto che “dal 2012, 19 Comuni su 22 si sono pronunciati a favore di progetti eolici sul loro territorio”.
Costi da tre miliardi di franchi
Tornando a Mühleberg, per Bkw il lavoro da fare rimane ancora molto: la disattivazione e lo smaltimento dovrebbero costare presumibilmente tre miliardi di franchi, dei quali l’80% è gia coperto, ha indicato il gestore dell’impianto. I lavori di smantellamento inizieranno già il 6 gennaio prossimo e dovrebbero concludersi nel 2034, quando, al posto della centrale, dovrebbe esserci un grande prato verde. La grande sfida sarà però proprio quella dello smaltimento sicuro e a lungo termine dei rifiuti radioattivi. In un primo momento il combustibile nucleare esausto verrà trasportato nel deposito intermedio di Würenlingen. Dove saranno invece stoccati definitivamente i rifiuti radioattivi, rimane per il momento una delle grandi questioni aperte della politica svizzera.