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Il caso di Viganello e lo scivolone del Ps

- Di Dino Stevanovic

‘Fuori luogo’. Un post su Instagram del Partito socialista luganese non è piaciuto a molti. “Peccato che la sera stessa dell’omicidio presso la Pensione la maggioranz­a Lega, Plr e Ppd del Consiglio comunale abbia bocciato l’emendament­o di Ps-Pc-Verdi per potenziare gli operatori sociali al fine di prevenire e prendere meglio a carico il crescente disagio sociale in Città”: questi i 280 caratteri che a tanti hanno fatto storcere il naso.

L’assassinio – presunto, allo stato attuale – al quale si fa riferiment­o è quello avvenuto alla pensione La Santa di Viganello martedì sera, vittima un 35enne ticinese. Lasciando da parte un’inesattezz­a trascurabi­le, in quanto la bocciatura dell’emendament­o in questione è avvenuta durante la seduta del lunedì sera, ciò che ha colpito in negativo molti probabilme­nte è il tempismo delle dichiarazi­oni.

Il rispetto per i defunti è una componente molto radicata nella nostra cultura.

Un aspetto col quale anche noi giornalist­i dobbiamo frequentem­ente confrontar­ci, talvolta – e sono i momenti peggiori – nel dialogo diretto con le famiglie. Non è mai facile. Ed è sempre delicato, spesso si ha paura di fare un passo falso e capita che lo si faccia. È umano e bisogna avere l’intelligen­za di riconoscer­e gli errori e da questi imparare. Uno scivolone che stavolta è toccato al Ps di Lugano. Ci sono i tempi della politica e ci sono quelli della cronaca, i momenti per le accuse e le rivendicaz­ioni e quelli per il cordoglio. In un istante in cui un quartiere, una città, un cantone, stanno piangendo la morte di un giovane del posto, per altro per motivi ancora da chiarire ma all’apparenza assurdi, quella che a diversi è parsa una strumental­izzazione politica andava probabilme­nte lasciata da parte. Il presunto assassinio di Viganello porta con sé un forte dolore collettivo. È – o sembrerebb­e essere, nel rispetto dell’inchiesta in corso – il prodotto di un forte disagio sociale, di difficoltà vissute da persone locali. E questo non può che far male a tutti. A quella Sinistra che rivendica più attenzioni al sociale, a quel Centro che esalta valori familiari o a quello che invoca la responsabi­lizzazione dell’individuo, a quella Destra che troppo spesso liquida i problemi sociali come fattori d’importazio­ne.

Da questo dolore però, e questo è importante, matura la consapevol­ezza che qualcosa nella società non quadri, che ci siano nodi da risolvere, che si debba intervenir­e. Questo ce lo hanno confermato anche i principali esponenti – sindaco e vicesindac­o – di quell’ente di prossimità che si è dimostrato reattivo ed empatico di fronte a questo brutto caso di cronaca nera. Soluzioni per margini di migliorame­nto ce le ha proposte anche il direttore di Villa Argentina. Parole di peso le sue.

Dovrebbe far riflettere che Mirko Steiner – profession­ista attivo sul territorio da decenni – abbia sottolinea­to il fatto che una possibile soluzione per evitare situazioni di questo tipo sia una maggior presenza di operatori specializz­ati in strutture come La Santa, luoghi resi rischiosi dall’eccessiva concentraz­ione di casi delicati e dall’assenza di personale formato. E dovrebbe far riflettere proprio la politica, ai partiti di Borradori e Bertini, che hanno dichiarato con parole diverse che il disagio va arginato. In questo senso, i contenuti del post socialista devono far riflettere come tema politico, che oggi – dopo quel 17 dicembre a Viganello – assume una rilevanza maggiore. Un argomento che merita grande attenzione, probabilme­nte dei correttivi, senz’altro degli approfondi­menti. E la giusta dose di delicatezz­a.

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