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Identità elettronic­a, si voterà

Dovrebbe essere riuscita la richiesta di referendum lanciata dal Partito pirata

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Berna – Il referendum contro la cosiddetta identità elettronic­a dovrebbe essere riuscito: i promotori – varie organizzaz­ioni sostenute da esponenti politici di tutti i partiti – hanno annunciato oggi di aver raccolto oltre 55’400 firme in circa 70 giorni. I contrari alla nuova legge federale sui mezzi d’identifica­zione elettronic­a contestano il fatto che per avere un’identità digitale (eID: così inserita, in questa grafia, più di 80 volte nel testo normativo) occorra passare attraverso operatori privati. Questo comportere­bbe gravi rischi in materia di protezione dei dati. “Un gruppo di grandi aziende avrebbe in pratica il monopolio sulle nostre identità digitali“, afferma il co-presidente del Partito pirata svizzero, Jorgo Ananiadis, citato in un comunicato della sua formazione politica. A suo avviso si tratterebb­e di un cambio di sistema totale: i dati biometrici, certificat­i dallo Stato, verrebbero affidati ai privati.

Gli oppositori chiedono che l’intera concezione dell’identità elettronic­a sia ripensata dal nuovo parlamento, che – così sperano – dovrebbe avere maggiori competenze in campo digitale ed essere meno dipendente dall’economia. La carta d'identità elettronic­a è un documento che a loro avviso va creato dallo Stato. La raccolta di firme era stata lanciata da Digitale Gesellscha­ft Schweiz (Società digitale), dall’associazio­ne indipenden­te Campax, dalla piattaform­a WeCollect e dal gruppo PublicBeta. Il referendum è sostenuto anche da Partito socialista, Verdi e pure da esponenti di tutti gli altri partiti, sottolinea­no i promotori. Il popolo potrebbe essere chiamato alle urne in maggio o in settembre.

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TI-PRESS Per i promotori deve essere lo Stato a custodire i dati personali

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