Omicidio di Viganello: vite e telecamere
Arresti confermati. È quanto ha deciso il giudice dei provvedimenti coercitivi per i due presunti assassini del 35enne ticinese Matteo Cantoreggi, morto martedì scorso all’interno di una camera della pensione La Santa di Viganello, quartiere di Lugano. Restano dunque in carcere il 34enne austriaco, domiciliato nel Luganese, e il 43enne svizzero domiciliato nel Mendrisiotto, fermati la stessa sera della tragedia, il 17 dicembre. L’ipotesi di reato nei loro confronti, come indicato dalla procuratrice Valentina Tuoni, è di assassinio subordinatamente omicidio intenzionale. Secondo informazioni raccolte da ‘laRegione’ l’austriaco risiedeva da molto tempo in Svizzera, prima nel Canton San Gallo e poi in Ticino. Viene indicato come un personal trainer e praticante di arti marziali. L’uomo, su cui l’amico 43enne punta tutte le responsabilità dell’omicidio, sarebbe già stato in prigione al carcere della Stampa di Lugano tra il 2018 e il 2019 e successivamente allo ‘Stampino’, da dove sarebbe uscito solo a metà ottobre e quindi collocato in una casa protetta di Mendrisio. Un temperamento il suo, mantenuto all’interno delle prigioni, giudicato, da nostre informazioni, “abbastanza tranquillo”.
A pesare sulla posizione dei due vi sarebbero – come riportato sull’edizione di ieri da ‘ilCaffè’ – le immagini della videosorveglianza interna della pensione, immagini che chiarirebbero in particolare il prima e il dopo. Secondo quanto scritto dal domenicale l’omicidio si sarebbe consumato in pochi istanti nella camera dell’austriaco. Le prime scene ritraggono, infatti, i tre uomini nel corridoio, dopo che fra la vittima e il 43enne era scoppiato al bar un forte litigio. Le telecamere hanno ripreso la porta della camera che si chiude e dopo un paio di minuti l’austriaco che trascina fuori il corpo del 35enne per portarlo in una delle camere accanto. Nella successiva inquadratura si vede l’austriaco che si sta cambiando mentre l’altro pulisce il pavimento.