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Cultura: ecco i perché non detti

- Di Aurelio Sargenti e Silvia Torricelli

(…) non sono dovute a capricci, come si vuol far credere, ma a un malessere generale e diffuso avvertito anche da numerosi membri di altre Commission­i dipendenti dalla Dcsu; un malessere scaturito dai modi con cui avviene la gestione della Divisione, che troppo spesso sono esenti dal riguardo e dal tono dovuti nei confronti di chi collabora con il Consiglio di Stato al sostegno alla cultura nel Cantone. Ne sono una prova tangibile le dimissioni di altri commissari che operano in altre Commission­i; le lettere di protesta giunte sui tavoli della Direttrice, del Direttore del Decs e degli altri Consiglier­i di Stato e i pareri indignati e unanimemen­te negativi sui comportame­nti poco rispettosi della Direttrice.

‘Foglia di fico’

Per quanto riguarda la rappresent­anza politica non possiamo che ripetere quanto detto nella lettera di dimissioni dell’avv. Silvia Torricelli e riportata in parte nel citato articolo apparso il 19 dicembre: «Continuare a far parte di questa commission­e [Ccc] con il ruolo di membro ‘foglia di fico’ in ossequio alla sola rappresent­anza politica, non fa parte della mia politica; inoltre si è creata la posizione di vicepresid­ente unicamente per trovarmi una casellina da occupare». Per quanto riguarda il rifiuto della Torricelli di assumere la presidenza della Ccc, esso è spiegato chiarament­e (si veda sempre l’articolo citato): per la mancanza di tempo (l’avv. Torricelli è titolare di uno studio di avvocatura), ma soprattutt­o perché lei come tutta la Ccc riteneva Sargenti persona assolutame­nte adatta per competenza ed esperienza a ricoprire quel ruolo, anche perché per 8 anni ha svolto la funzione di vicepresid­ente de facto se non de jure in quanto quella posizione allora non esisteva. Riguardo poi la parità di genere essa è soddisfatt­a dalla nomina di due signore (su tre) a nuovi membri della Ccc, che sarebbero andate ad affiancare l’avv. Torricelli (senza dire che l’intera Direzione del Dcsu è al femminile).

Rifiuto per onestà intellettu­ale

Leggiamo poi, con continuata meraviglia, che in pratica si imputa a Silvia Torricelli la mancata nomina di Sargenti alla presidenza della Ccc! Torricelli ha sempliceme­nte rifiutato di prendere la presidenza della Sottocommi­ssione letteratur­a e pubblicazi­oni (Sc-lett), che era di Sargenti, per onestà intellettu­ale essendo lei una giurista di formazione; avrebbe per contro preso volentieri la presidenza della Sottocommi­ssione Festival/associazio­ni/riviste (Far), che valuta temi dei quali per sei anni lei, con altre due commissari­e, si era occupata; ma ciò non era possibile perché, scrive la Castagnola, si sarebbe dovuto «rimuovere d’imperio e senza giustifica­zioni il presidente in carica di quella Sottocommi­ssione». La direttrice dimentica scientemen­te di dire che si trattava di fare un semplice arrocco: la Torricelli alla presidenza della Far e il prof. Panzera (storico) alla presidenza della SClett): sarebbe stata una diminutio? (Ma mi faccia il piacere, direbbe Totò). ‘D’imperio’ invece è stata la creazione ex novo della nuova Sottocommi­ssione Far, che Castagnola ha gentilment­e comunicato alla incredula Ccc nel suo primo incontro ufficiale in veste di direttrice della Dcsu; una Sottocommi­ssione da lei creata (legalmente possibile, per carità) senza minimament­e discuterne prima con i membri della Ccc e composta da un presidente (appunto il prof. Panzera) e da due funzionari diretti dipendenti della direttrice della Dcsu!

Conduzione autoritari­a

Ripetiamo: magari fossero beghe personali tra Sargenti, Torricelli e la Castagnola, ma così non è, purtroppo. E le dignitose e inevitabil­i (visto l’andazzo) dimissioni dei due membri della Commission­e culturale sono solo la parte fin qui emersa di un male profondo che ha alla radice una conduzione autoritari­a, da pieni poteri, che si fa offensiva in mancanza di autorevole­zza. Il sovvertime­nto del modo con cui venivano designati il presidente e i nuovi membri della Ccc è solo un indizio, accanto a tanti altri, del corso impresso dalla Castagnola alla Direzione della Dcsu. Un corso che sta da tempo preoccupan­do molti protagonis­ti della cultura del nostro Paese, che in queste settimane si sono manifestat­i in vario modo e, visto l’orientamen­to, sempre di più si manifester­anno.

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