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Il legal-green-thriller contro il colosso

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‘Cattive acque’ di Todd Haynes (‘Lontano dal paradiso) è un film green per l’ambiente, ma anche un legal thriller ispirato a una storia vera. Quella di Robert Bilott (interpreta­to da Mark Ruffalo), avvocato ambientali­sta protagonis­ta di una estenuante battaglia legale durata diciannove anni contro il colosso chimico DuPont e portata avanti da 70mila cittadini dell’Ohio e della Virginia la cui acqua potabile era stata contaminat­a dallo sversament­o incontroll­ato di Pfoa (acido perfluoroo­ctanico). Nel film, i Tennant, proprietar­i agricoli da generazion­i, iniziano a perdere il bestiame. La loro pelle si riempie di lesioni, gli occhi si cerchiano di rosso, una bava bianca gocciola dalla bocca e i denti diventano neri. Convinto che la causa sia una fuoriuscit­a tossica dalla vicina discarica di Dry Run, dove l’impianto Washington Works di proprietà della DuPont scarica i suoi rifiuti, Wilbur Tennant prova per anni a ottenere inutilment­e delle risposte; disperato, alla fine si rivolge a Bilott, “non-eroe per eccellenza, le cui idee sulle normali pratiche aziendali vengono ribaltate dalle sue scoperte sulla DuPont”

spiega il regista. Haynes si definisce “fan della ‘Trilogia della paranoia’ degli anni 70 di Alan Pakula e Gordon Willis, ‘Una squillo per l’ispettore Klute’, ‘Perché un assassinio’ e ‘Tutti gli uomini del Presidente’”, ma anche dei successivi ‘Silkwood’ di Mike Nichols e ‘InsiderDie­tro la verità’ di Michael Mann. “Ad attirarmi verso questo genere c’è sempre stato qualcosa che va ben oltre lo scoprire come i potenti possano fare una brutta fine”, specifica Haynes. Nel cast, oltre Ruffalo, anche Anne Hathaway, Tim Robbins e Bill Pullman.

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