Lega: movimento o partito?
Secondo il domenicale “Il Caffè” la Lega starebbe per passare da movimento a partito? Personalmente credo non sia ipotizzabile dato che per sua stessa definizione, e sin dalla nascita, la Lega è sempre stato un movimento trasversale cui deve anche la sua alterna fortuna. Infatti, e più volte, Flavio Maspoli aveva sottolineato che: “... non bisogna essere forzatamente di sinistra per ammettere che uno stipendio di 12 franchi orari è da fame...” come “… non bisogna essere forzatamente di destra per ammettere che il nostro segreto bancario andava protetto e ancorato nella Costituzione...”. Ma mi rendo parimenti conto che a oltre 25 anni di distanza questo “credo” risulti anacronistico ai più, ma questo fa parte del Dna del movimento. Piaccia o meno. Ma se per delirio d’ipotesi – cosa che ritengo improbabile per non dire impossibile – la Lega diventasse un partito, dove si collocherebbe? A destra, a sinistra o nell’affollato centro? E ci ha provato anche Mr. Stojanovic, senza riuscire a darne una risposta. Forse, come ha affermato Marco Borradori alla Rsi, potrebbe farsi largo anche l’idea di confluire (ma in che modo?) nell’Udc, cosa che ritengo altrettanto improbabile. Certo che ipotizzare una Lega democratica di centro, che oggi appare palesemente un’utopia contro la Storia del movimento quanto del partito di Piero Marchesi, creerebbe quello che oggi viene chiamato, seppure impropriamente in politica, “sfruttamento di posizione dominante”. Ma se quasi trent’anni orsono non avremmo creduto alle utopie, oggi non saremmo qui a parlare della Lega e del suo futuro. Riccardo Braga