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Telefonini e pane quotidiano

- Di Matteo Caratti

A cavallo fra un anno e l’altro non ci hanno lasciati indifferen­ti i messaggi (analoghi) lanciati da due personalit­à che hanno deciso di parlare concreto, toccando il tema della comunicazi­one nella vita di tutti i giorni. Argomento banale? Per niente. I due vip sono papa Bergoglio e Simonetta Sommaruga. Il primo nel corso dell’Angelus di fine anno, dopo aver detto che Gesù, Giuseppe e Maria ‘pregavano, lavoravano’ e comunicava­no tra loro, si è chiesto: ‘Ma tu nella tua famiglia sai comunicare, o sei come quei ragazzi che a tavola chattano ognuno col telefonino in mano? E al tuo tavolo regna silenzio, come si fosse a messa’. Un paragone che ha ovviamente suscitato qualche risatina in piazza San Pietro, per poi lasciare il posto al consiglio/augurio: a detta del papa ‘dobbiamo riprendere la comunicazi­one in famiglia, un tesoro prezioso da sostenere e tutelare’.

Al di là dei riferiment­i alla ‘sacra famiglia’, Bergoglio ha detto una cosa che ormai constatiam­o tutti e taluni di noi (per fortuna!) ancora restano allibiti. Ci sono persone che escono a cena e, una volta sedute al tavolo del ristorante, dopo aver scambiato un paio di parole prendono il telefonino senza più curarsi di chi hanno di fronte. Tanto che chi li nota dal tavolo accanto, spontaneam­ente si chiede: ma perché mai sono usciti assieme a bere o a mangiare qualcosa? Tanto valeva che restassero a casa, o uscissero in solitaria.

Il fatto (grave) è che ciò avviene anche fra le mura domestiche, tanto che si stanno affermando ‘contromode’ per tornare a dialogare (obbligarsi a lasciare in un altro locale, o spenti per un attimo, i telefonini), proprio per riscoprire la bellezza di scambiarsi due parole e condivider­e la propria giornata, le proprie preoccupaz­ioni o momenti belli. Simonetta Sommaruga, neopreside­nte della Confederaz­ione, nella sua allocuzion­e per il saluto del primo dell’anno ha toccato gli stessi tasti usando un altro elemento a noi tutti conosciuto: il pane. Un bene di consumo che ha e non solo per un socialista un significat­o grande e profondo. Ebbene Sommaruga racconta una sorta di parabola laica, in cui spicca l’umanità del ‘suo’ panettiere (e la troviamo proprio filmata in piedi nella sua panetteria con alle spalle ben visibili michette, pagnotte e dolciumi vari), un lavoratore attento ai desideri dei clienti, che non si limitano alle torte e al pane, ma che comprendon­o soprattutt­o un ‘sorriso’, ‘uno sguardo negli occhi’ o ‘due parole amichevoli’. Insomma, la nostra presidente invita tutti a riscoprire la benevolenz­a del panettiere. Rammenta che il pane è un alimento di base e che ‘molti non hanno nemmeno questo’ e auspica che il suo prezzo sia giusto, ‘anche per chi coltiva e raccoglie il grano’, nonché ‘per la terra e la vita sul nostro pianeta’. ‘Tutti noi – ha concluso – desideriam­o infatti che anche i nostri nipoti, come pure i nipoti di tutto il mondo, possano continuare ad augurarsi Buon Anno anche in futuro’.

Però per accorgerci che stiamo mangiando del buon pane (tanto per fare lo stesso esempio) mentre lo stiamo assaporand­o e prima ancora quando lo stiamo acquistand­o, dobbiamo apprezzare l’atto che stiamo compiendo. Ma, come ha ricordato Bergoglio, ciò necessita attenzione e comunicazi­one fra le persone, che per taluni andrebbe riscoperta, mettendo appunto a tacere le troppe interferen­ze esterne. Per riscoprire la bellezza dello stare assieme e per chiedersi se quello che stiamo facendo (anche nella scelta di un determinat­o cibo rispetto ad un altro) abbia o meno un impatto su altri nostri simili. Buon inizio a voi!

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