laRegione

Proteggere l’inverno

‘Protect Our Winters’ s’impegna per un turismo montano ecososteni­bile

- A cura di Lorenzo Erroi

Consulenze agli impianti e attività di sensibiliz­zazione per limitare l’impatto climatico. Intervista a Mauro Dotta, alpinista e ambasciato­re Pow.

Uno parte alla mattina per andare a sciare, carica tutto l’ambaradàn sulla sua bella giardinett­a a gasolio, si fa due ore di macchina per arrivare alle piste. Poi magari non c’è neve, o è artificial­e, e quello subito: «Maledetto cambiament­o climatico!». È un po’ il tipo di contraddiz­ione contro la quale combatte Protect Our Winters (Pow). L’associazio­ne è nata negli Stati Uniti nel 2007, ma dal 2017 opera anche in Svizzera (protectour­winters.ch). In Ticino il suo ambasciato­re è Mauro Dotta da Airolo, 35 anni, alpinista e maestro elementare. «A un certo punto mi son detto: sono stato a sciare in Giappone, ma non ho ancora fatto tutte le montagne di Airolo. Per essere un omino in mezzo al bianco, che sia Giappone, Argentina o dietro casa è bello lo stesso». È per questo che ha deciso di convertirs­i a un modo più ‘eco’ di vivere la montagna.

Dotta, ci faccia un esempio concreto. Ad esempio, una volta ho visto che in Gran Bretagna c’era una gara bellissima: 42 vette in 24 ore. Stavo per partire, poi ho pensato che non serviva: ho fatto 21 vette in 12 ore, tutte in Ticino.

D’accordo, ma una persona meno allenata cosa può fare?

Andare a sciare coi mezzi pubblici, ad esempio. Una parte del mio ruolo di ambasciato­re consiste proprio nello spiegare come fare uscite ecososteni­bili. Per questo, Pow organizza anche escursioni con guide alpine sensibili al tema: si prende il treno, si mangia vegetarian­o...

Cosa c’entra il cibo?

Sappiamo che il consumo di carne è molto inquinante. Per questo stiamo creando un network di capanne svizzere che offrano sempre un menù vegetarian­o, e facciano attenzione ad utilizzare prevalente­mente prodotti del loro territorio.

Qual è il progetto più importante che sta seguendo Pow?

Sul comprensor­io sciistico di Andermatt-Sedrun, la cosiddetta SkiArena, stiamo elaborando un piano per lo sviluppo sostenibil­e, mirato a rendere più efficaci i servizi pubblici e meno inquinante la ristorazio­ne.

Ad esempio, si è scelto di non utilizzare plastica usa e getta per posate e bicchieri, e di introdurre colonnine che forniscano acqua senza bisogno di bottigliet­te in Pet.

Poi c’è la sensibiliz­zazione.

Sì, realizziam­o video informativ­i, ad esempio su come andare a sciare in modo più attento all’ambiente, e organizzia­mo incontri su tutto il territorio svizzero.

Ecco, però se uno non ha una settimana bianca farà fatica a farsi la giornata spostandos­i in treno.

Ma ci si può sempre organizzar­e, ad esempio pernottand­o in capanna nel fine settimana invece di salire e scendere due volte, chessò, da Lugano a Campra. Conta molto anche la scelta delle mete.

Vacanze dietro casa, insomma?

Sì. Ad esempio, invece di andare in capo al mondo a scalare vette famose, si può uscire di casa già in bici o in racchette, e conquistar­e mete magari più basse, ma senza arrivare in macchina fino ai piedi della cima.

Così si evita anche di creare quell’intasament­o di auto che si vede nelle località più popolari, insieme alle immancabil­i cartacce e bottiglie lasciate un po’ ovunque.

Intanto il clima in montagna sta già cambiando. Come?

Vediamo nevicate sempre più irregolari, magari grandi precipitaz­ioni seguite da mesi secchi. Il pericolo di valanghe passa bruscament­e da moderato a molto forte, e intanto si innalza il limite del bosco. Bisogna agire subito.

Chi può aiutarvi?

I privati, con donazioni e partecipan­do alle nostre iniziative. Ma anche aziende, ad esempio dello sport e del turismo, interessat­e a collaboraz­ioni e sponsorizz­azioni. Infine, perché no, le organizzaz­ioni turistiche regionali e cantonali...

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