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Bacciarini: ‘In nessun caso sono azioni che si possono giustifica­re’

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«In qualunque modo la si voglia vedere, azioni di questo genere non hanno senso né trovano giustifica­zione». È la prima riflession­e del veterinari­o cantonale Luca Bacciarini di fronte a casi di “liberazion­e” come quelli descritti sopra. Le problemati­che da considerar­e, nota Bacciarini, sono infatti di diverso tipo: «In primo luogo decidere che un animale abituato al recinto sia d’un tratto libero causa all’animale stesso spavento e stress. Se poi c’è la costrizion­e fisica alla fuga, può intervenir­e anche il ferimento. Per cui proprio non va bene.

Inoltre, a dipendenza del periodo e della specie – e negli specifici casi delle vacche e delle capre ci siamo dentro –, c’è la questione dei parti. I quali vanno fatti in stalla sia per i bovini che per capre e pecore». Per la Svizzera tedesca la legislazio­ne federale sulla protezione degli animali parla di un obbligo di essere “installati”. «Ciò significa che devono essere chiusi in stalla affinché le madri partorisca­no all’interno e non ci siano problemi con i predatori. Ciò assicura anche una protezione e un riparo per i giovani animali nel caso in cui la madre, all’inizio, non sia in grado di accudirli in modo corretto. Per il Ticino vale per lo meno la garanzia di avere sempre a disposizio­ne la stalla, di modo che le madri possano usufruirne (cosa che nella maggioranz­a dei casi succede)». Di conseguenz­a, da questo punto di vista, «allontanar­e gli animali delle loro stalle vuol dire privarli di un riparo per loro molto importante, oltre che causare stress inutile».

Poi, prosegue il veterinari­o cantonale, «c’è anche un pericolo per gli esseri umani. Ritrovarsi di notte, al volante, con una vacca scozzese in mezzo alla strada (ma anche solo un animale di dimensioni più ridotte), è estremamen­te rischioso per tutti, per motivi che non devo star qui a ricordare». Pertanto, Bacciarini non può fare a meno di considerar­e che «“liberazion­i” simili sono delle stupidità dalla A alla Z, qualsiasi sia l’intento di chi le favorisce. Anche chi sostiene che gli animali devono sempre vivere liberi dovrebbe riflettere sulle possibili conseguenz­e delle sue azioni. Conseguenz­e che come detto rischiano di essere pesanti a più livelli».

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TI-PRESS Luca Bacciarini

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