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Il Locarnese e pur si muove

- Di Serse Forni

Il 2019 è stato un anno un po’ sonnolento e avaro di grandi progetti per l’unica realtà urbana ticinese non ancora aggregata. Potrebbe essere questa l’impression­e di chi ha osservato il Locarnese da fuori. Ma chi la regione sul Verbano la vive tutti i giorni potrà ribattere – con argomenti tangibili alla mano – che così non è.

Molto si muove e con un coordiname­nto per certi versi sorprenden­te. La Città polo e i Comuni della cintura stanno lavorando alacrement­e per farsi trovare pronti all’apertura della galleria di base del Ceneri nel dicembre 2020. Tradotto in progetti concreti: la stazione Ffs ristruttur­ata, strade risanate con corsie speciali per il trasporto pubblico, nuove fermate dei bus, ma anche piste riservate ai ciclisti e ai pedoni (la nuova passerella sul fiume Maggia è in fase di realizzazi­one). Si va verso una mobilità diversa che, nelle intenzioni, dovrà riuscire ad alleggerir­e il traffico sulle arterie più battute, in primis la strada che attraversa il piano di Magadino verso Bellinzona. A fare da direttore d’orchestra per questi progetti sono i Piani d’agglomerat­o di seconda e terza generazion­e, con linee guida cantonali.

Negli ultimi dodici mesi le autorità locali si sono concentrat­e anche su altre proposte, nate per migliorare la qualità di vita degli abitanti. E qui ci riferiamo in particolar­e alle aree verdi urbane, piccoli polmoni e luoghi d’incanto immersi negli abitati. Ascona, ad esempio, ha inaugurato il Parco dei Poeti rivisto e riqualific­ato, mentre Locarno sta progettand­o il Parco Balli nel cuore della Città Vecchia. Senza dimenticar­e il Parco Fontile a Minusio (una sorta di passeggiat­a fra terra e cielo) e gli ampi spazi che Losone ha deciso di riservare alla natura nel comparto dell’ex caserma. Poi c’è il lago, risorsa turistica e per lo svago sul quale la regione intende puntare maggiormen­te. Tenero, ad esempio, ha potenziato la sua passeggiat­a sulle rive e Brissago sta valorizzan­do il lungolago. Gambarogno sta facendo passi avanti nella stessa direzione con la pianificaz­ione. Senza dimenticar­e il passaggio di proprietà delle Isole di Brissago; il Cantone, a cui ora appartengo­no in esclusiva, investirà quasi quattro milioni di franchi per un restyling che comprende lavori di miglioria e un rilancio.

In Città si lavora pure per completare quella “via del cinema” che da Largo Zorzi arriva fino al Palazzetto ex Fevi, ridisegnan­do pure il futuro del comparto Palexpo. Mentre nelle valli, morto il progetto di Parco nazionale, si è passati ai Masterplan, con chiare linee guida per la promozione del territorio: in concreto, piccoli e grandi progetti sostenuti tramite la politica economica regionale.

Nessuno ha dormito nel 2019 sulle sponde del Verbano e la direzione dello sviluppo della regione – fra turismo, cultura, svago e qualità di vita – è data. Ciò detto, se qualche critica può essere mossa all’intero Locarnese, questa è sicurament­e legata allo sviluppo edilizio che ai più pare decisament­e eccessivo. Le autorità in qualche modo, soprattutt­o nei casi più eclatanti, cercano di metterci una pezza o di prevenire, come per il mega (nel senso di invasivo) resort sul Monte Brè: la Città, per tutelare la preziosa area montana, ha adottato – a furor di popolo – la “zona di pianificaz­ione”.

Insomma, la regione non aggregata riesce a crescere e ad avanzare verso uno sviluppo condiviso. Ciò non significa comunque che il tema di un “matrimonio” fra Città polo e Comuni vicini sia da tenere chiuso ancora a lungo in fondo a un cassetto.

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