laRegione

È il genio civile a trainare

I prossimi investimen­ti pubblici danno prospettiv­e positive all’edilizia locale

- Di Generoso Chiaradonn­a

Per Nicola Bagnovini (Ssic-Ti), il bando di gara per il secondo tunnel del S. Gottardo banco di prova per evitare il dumping

All’inizio dello scorso anno c’erano dei timori sulla congiuntur­a edilizia che tendeva a indebolirs­i. E una certa contrazion­e c’è stata, come ci conferma Nicola Bagnovini, direttore della sezione ticinese della Società svizzera impresari costruttor­i. «Lo dimostra anche la contrazion­e delle licenze edilizie concesse. La percentual­e di abitazioni vuote (sfitte o invendute) è cresciuta durante l’intero 2019 e questo è stato il principale ‘freno immobiliar­e’». Nonostante ciò si è ancora costruito parecchio anche in Ticino visto il perdurare dei livelli molto bassi dei tassi ipotecari a 10 anni. «L’immobiliar­e continua a essere ritenuto un investimen­to sicuro sul medio e lungo termine, soprattutt­o per gli istituzion­ali. Le incertezze causate dalla nuova Legge federale sulla pianificaz­ione del territorio per quanto riguarda i terreni edificabil­i non ancora costruiti (che un domani potrebbero anche venire dezonati) potrebbe pure aver stimolato certe costruzion­i».

Da pochi giorni è in vigore la Legge cantonale sulle commesse pubbliche (tranne la parte relativa agli interinali che è oggetto di ricorso al Tribunale federale, ndr). Cosa vi aspettate dalle nuove norme?

Le modifiche portate dalla nuova Legge e dal relativo Regolament­o di applicazio­ne sono numerose e richiedera­nno un po’ di tempo per essere assimilate da committent­i, progettist­i, aziende e autorità di sorveglian­za. Per quanto riguarda il settore della costruzion­e, oltre ad aver formalizza­to il principio che i lavori assoggetta­ti possono essere attribuiti soltanto a ditte con sede in Svizzera, sono stati definiti alcuni fattori che dovrebbero premiare l’offerta migliore, che non è per forza quella dal prezzo più basso, e l’offerente profession­almente serio. Ogni singolo criterio di aggiudicaz­ione non può infatti superare una ponderazio­ne del 50% e il Regolament­o sancisce l’obbligo dei criteri della formazione degli apprendist­i e dell’assunzione dei neodiploma­ti. Le soglie per poter far capo alle procedure a invito e incarico diretto sono poi aumentate da 200mila a 350mila franchi, rispettiva­mente da 50mila a 200mila franchi per appalto. Rimane comunque il fatto che le procedure di pubblico concorso o selettive siano la regola.

Il genio civile è il settore della costruzion­e più in buona salute anche grazie a importanti investimen­ti pubblici. Pensiamo solo ai prossimi lavori per il raddoppio del tunnel autostrada­le del San Gottardo.

Certo, i grossi committent­i come Ustra, Dipartimen­to del territorio, Ffs e Armasuisse hanno in previsione importanti cantieri in tutto il cantone Ticino, sia per la realizzazi­one di nuove opere, sia nell’ambito della manutenzio­ne delle infrastrut­ture esistenti. Sarà fondamenta­le per le nostre imprese, ma direi per l’intero nostro sistema Paese, saper tramutare queste occasioni di lavoro in vere e proprie opportunit­à di crescita economica e sociale. Per far ciò occorrerà combattere contro la concorrenz­a sleale interna ed estera e riuscire a deliberare i lavori evitando assolutame­nte il deleterio fenomeno del sottocosto, che porta con sé tutta una serie di problemati­che purtroppo note anche alle nostre latitudini.

A questo proposito nei mesi scorsi la Ssic-Ticino, con altri attori, si è fatta promotrice di bandi di gara che tengano conto non solo del minor prezzo, ma anche di altri ‘atout’ a beneficio dell’economia locale. Vi aspettate un riscontro positivo da Berna?

Le rivendicaz­ioni fatte da Costruzion­eTicino (della quale la Ssic-Ti è parte attiva) all’indirizzo di Simonetta Sommaruga hanno innanzitut­to lo scopo di rendere attento il Consiglio federale sulle problemati­che legate a eventuali delibere a prezzi troppo bassi. Stiamo parlando di 10 anni di lavori per un importo complessiv­o di oltre 2,5 miliardi di franchi (oltretutto soldi pubblici!) che vanno dunque messi a concorso con molta attenzione. Abbiamo pertanto formulato alcune proposte concrete per evitare il sottocosto e favorire l’imprendito­ria svizzera, abituata al rispetto delle leggi sul lavoro e dei Contratti collettivi di forza obbligator­ia. Per seguire le nostre richieste bisognereb­be però prendere alcune decisioni politiche coraggiose e non necessaria­mente sorrette dalla giurisprud­enza attuale. Per questo motivo non sono molto fiducioso nei confronti di Berna, ma staremo a vedere… Comunque: uomo avvisato, mezzo salvato!

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Nel riquadro Nicola Bagnovini, direttore della Ssic-Ticino

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