Terza aggressione omofoba in pochi mesi a Zurigo
Due giovani picchiati fuori da un locale gay. Heggli (Pink Cross): abbiamo un problema.
Due giovani sono stati aggrediti durante la notte di Capodanno a Zurigo fuori da un locale gay. Entrambi sono stati ricoverati in ospedale per accertamenti, ha riportato ‘20 Minuten’. Per uno di essi, un 24enne, vi era il sospetto che avesse una frattura del naso; l’altro, 19 anni, ha riportato una lacerazione sotto l’occhio. Hanno già potuto essere dimessi.
L’aggressione è avvenuta verso le 2 mentre i ragazzi bevevano qualcosa appena fuori dal locale. Le vittime hanno raccontato a ‘20 Minuten’ che gli aggressori erano quattro giovani che si esprimevano in tedesco, con accento straniero. Hanno chiesto loro se erano gay e quando uno di essi ha risposto di sì gli hanno tirato in faccia un bicchiere e hanno iniziato a picchiarli. Li hanno colpiti alla faccia, continuando anche quando ormai erano a terra e tentavano di fuggire. Alla fine sono riusciti ad allertare la polizia e sono stati condotti in ambulanza al Pronto soccorso dell’ospedale universitario. Per le due vittime si tratta senza dubbio di un’aggressione omofoba. Appena dimessi si sono recati in polizia per presentare denuncia. La polizia cittadina ha confermato che sono in corso indagini sull’aggressione. È stato lanciato un appello a eventuali testimoni.
Già a metà settembre 2019 due persone erano state aggredite nello stesso luogo. A giugno due omosessuali sono stati attaccati durante il Gay-Pride di Zurigo. In novembre il legislativo cittadino ha deciso di registrare le aggressioni basate sull’orientamento sessuale in una statistica separata. Una richiesta simile è stata presentata in maggio in 13 cantoni su richiesta della comunità omosessuale, bisessuale, transessuale, transgender o intersessuale (Lgbti). Secondo Muriel Waeger, direttrice per la Romandia dell’Organizzazione svizzera delle lesbiche, le conseguenze di tali crimini possono essere drammatiche. “Il tasso di suicidio è da 2 a 5 volte superiore tra i giovani di queste comunità rispetto al resto della popolazione”, aveva spiegato. Sul piano federale, la richiesta di una statistica separata dei crimini di odio contro la comunità Lgbti era stata presentata nel 2017 dalla consigliera nazionale Rosmarie Quadranti (Pbd/Zh). La mozione è stata approvata dal Nazionale. Gli Stati devono ancora esprimersi.
La helpline per crimini d’odio contro omosessuali e transgender registra almeno due casi alla settimana, ha spiegato a ‘20 Minuten’ Roman Heggli, responsabile di Pink Cross. Insulti, minacce, aggressione fisica: l’omofobia è ancora un problema in Svizzera, ha detto Heggli. A suo avviso, è comunque positivo il fatto che sempre più casi di aggressione diventino di dominio pubblico perché le vittime non intendono più tacere. È importante anche che chi assiste a un’aggressione omofoba non distolga lo sguardo: spesso l’intervento di una terza persona permette di interrompere la dinamica della violenza.