Campione, gara d’appalto europea per il casinò
Lo sguardo oltre la dogana di Giorgio Zanzi, commissario prefettizio di Campione d’Italia: «A giorni sentirò il viceministro alle Finanze Antonio Misiani, per parlare del problema dei problemi: la riapertura del casinò. L’auspicio è quello di trovare una soluzione per riavviare la casa da gioco e quindi pensare come ridare un futuro alla comunità campionese. Senza il casinò per l’enclave non può esserci futuro, anche se con la legge di bilancio sono state trovate misure fiscali decisamente favorevoli».
Prima di continuare a parlare del futuro della casa da gioco, il commissario prefettizio torna sulla dogana: «Dopo aver organizzato un incontro con i funzionari di dogana italiani, il prossimo passo sarà fare lo stesso con il personale svizzero, per consentire ai campionesi un momento di confronto e di chiarimenti». Una telefonata a Misiani per incominciare a parlare «della strategia che si vuole seguire» per arrivare a riaprire la casa da gioco. Considerato che la vecchia società, la Casinò di Campione d’Italia Spa, con il Comune quale unico socio, è fallita il 27 luglio 2018, occorre pensare a una nuova società. E qui sorge il primo ostacolo. Zanzi: «Occorre andare in Parlamento per superare il socio unico».
Socio unico che nel 2013 era stato salutato come una conquista epocale, in grado di rendere più agevole la gestione del casinò. Quasi sette anni fa erano stati liquidati i soci di allora: le Province di Como, Lecco e Varese e le Camere di Commercio di Como e di Lecco. Il Comune, in quanto titolare della licenza di gestione del gioco d’azzardo, non può essere escluso da una nuova società. Sorge però la ricerca di nuovi soci pubblici. La Regione
Lombardia si è chiamata fuori. Si parla dell’Agenzia dei Monopoli, che però non potrebbe gestire il casinò.
E allora? Una gara d’appalto europea per la gestione della casa da gioco: proprietà pubblica, gestione privata. Soluzione indicata dal commissario straordinario Maurizio Bruschi come la più fattibile, oltre che la meno costosa. Matteo Mauri, viceministro degli Interni, che, assieme a Misiani, è chinato sulla riapertura del casinò: «Prenderemo contatti con le società che si sono fatte avanti». Il percorso è comunque lungo.