Stavolta c’è poco da fare
Comprensibilmente affaticato, a Losanna l’Ambrì regge soltanto un tempo. Ngoy: ‘Troppe, evitabili ripartenze’.
Losanna – «Non penso sia una questione fisica, bensì mentale, sono mancate le emozioni: forse dopo quelle vissute a Davos ci voleva una partita di adattamento, e l’atmosfera della Coppa Spengler era ancora nella nostra testa...». Esordisce così Michael Ngoy, al termine della chiara sconfitta patita a Losanna. Dove la squadra leventinese è apparsa comprensibilmente affaticata dopo il tour de force nei Grigioni, specialmente a partire dal secondo periodo. E alla fine si è dovuta arrendere sul punteggio di 5-1. «Anche prima di Natale avevamo disputato tanti match, eppure le prestazioni fornite erano state buone: semplicemente alla Vaudoise Aréna non si è vista l’identità dell’Ambrì», continua il difensore.
C’è da recriminare sull’1-1 di Almond (in fuorigioco). ‘I vodesi hanno meritato, non possiamo attaccarci a quell’episodio’.
Peccato, perché l’entrata in materia anche a Losanna è stata più che egregia, in una prima parte di confronto con poche occasioni da una parte e dall’altra, con le due contendenti che si neutralizzano. Ma dopo un’opportunità fallita da Bertschy (il migliore in pista) i biancoblù ottengono il vantaggio al 9’41’ grazie a Sabolic, servito splendidamente da Matt D’Agostini. La reazione locale è però immediata: al 10’48’’ arriva il pareggio di Almond, lesto a sfruttare un ‘rebound’ concesso da Manzato. Nella circostanza, la rete è però viziata da un fuorigioco... «Non possiamo certo attaccarci a quell’episodio – spiega Ngoy –. Il Losanna ha meritato la vittoria: è quasi sempre arrivato prima sul disco e noi non abbiamo messo abbastanza intensità sul ghiaccio».
Nella frazione centrale i locali alzano appunto il ritmo è l’Ambrì fa fatica a reggere il confronto con gli avversari, e Genazzi al 23’ e Vermin al 28’ portano il risultato sul 3-1. Sono parecchie le ripartenze vodesi e la difesa sopracenerina sovente è in difficoltà. Nemmeno la penalità di partita dell’incorreggibile Tim Traber al 36’ (brutto intervento ai danni di Mazzolini, uscito fortunatamente indenne dall’azione), permette ai leventinesi di tornare in superficie. Anzi, a 8’’ dalla seconda sirena arriva il gol del 4-1 di Lindbohm che chiude la contesa. Infatti il terzo tempo è pura cosmesi, con Cereda – il quale nell’occasione deve fare a meno pure dell’ammalato Goi, rimpiazzato da Anthony Neuenschwander – che inserisce Östlund al posto dell’incolpevole Manzato. Lo svedese incassa una rete, siglata dall’onnipresente Bertschy in inferiorità numerica al 47’. «Le tante, troppe ripartenze concesse sono scaturite da errori dettati da una piccola mancanza di concentrazione – conclude Ngoy –. Ora è importante rimettersi in sesto, far ripartire la macchina, ed essere pronti domani contro lo Zurigo e riproporre il vero Ambrì». Tra le note positive della difficile serata c’è perlomeno la buona prova fornita dal quarto blocco formato da Anthony Neuenschwander, Mazzolini e Incir, oltre al solito apporto del topscorer D’Agostini, prezioso in fase offensiva e difensiva, e che non si è mai arreso neppure quando i giochi erano ormai fatti.