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Legittima difesa: 6 motivi per votare sì

- Di Giorgio Ghiringhel­li, promotore dell’iniziativa

Il prossimo 9 febbraio i cittadini ticinesi saranno chiamati a votare sull’iniziativa popolare intitolata “Le vittime di aggression­i non devono pagare i costi di una legittima difesa”. In sintesi, l’iniziativa chiede che, in caso di piena assoluzion­e per un reato commesso in stato di legittima difesa, lo Stato rimborsi all’imputato tutti i costi del difensore di fiducia. Ecco qui di seguito sei buone ragioni per votare sì: 1) Il Cantone è responsabi­le della sicurezza sul territorio. Ma la polizia non può essere presente sempre e dappertutt­o. Per una questione di principio è giusto che lo Stato si assuma almeno i costi dell’avvocato di fiducia di quelle persone che, costrette a difendere sé stesse o terzi da un aggressore che viene poi ferito o ucciso, vengono assolte per legittima difesa. Infatti, già oggi, in caso di assoluzion­e, lo Stato si assume tutti i costi dell’avvocato nominato d’ufficio. Per cui si tratta solo di estendere questa prestazion­e pure a chi è difeso da un avvocato di propria fiducia. 2) Nel 2018 in Ticino si sono registrati 964 furti nelle abitazioni e 33 rapine. Potrebbe capitare a tutti un giorno di dover difendere sé stessi o i propri familiari da un’aggression­e. Alcuni anni fa, durante una rapina, un commercian­te di Brissago freddò uno dei due rapinatori. Egli venne inquisito e scagionato per legittima difesa, ma a suo carico rimase una fattura di 9’000 franchi per l’avvocato di fiducia. Oltre al danno anche le beffe! 3) È lo stesso Consiglio di Stato a confermare che l’iniziativa verrebbe applicata “in pochi casi”. L’aggravio finanziari­o per il Cantone sarebbe quindi irrilevant­e. Inoltre in caso di pretese manifestam­ente eccessive o abusive l’autorità penale potrebbe ridurre l’indennizzo appellando­si all’“abuso di diritto” (art. 2 cpv 2 del Codice civile: “Il manifesto abuso del proprio diritto non è protetto dalla legge”). 4) C’è chi sostiene che l’iniziativa vada respinta perché creerebbe delle disparità di trattament­o privilegia­ndo i reati commessi per legittima difesa rispetto ad altri tipi di reato. Non è possibile fare dei paragoni con altri tipi di reato, perché, come aveva scritto il consulente giuridico del Gran Consiglio nel suo parere a favore della ricevibili­tà dell’iniziativa: “L’imputato che agisce per legittima difesa è nel contempo anche vittima di un reato (o ha agito in difesa di un terzo, anch’egli vittima), per cui ben difficilme­nte il diverso trattament­o verrebbe recepito dal Tribunale federale come “insostenib­ile o arbitrario”. 5) È assolutame­nte falso, ed è anche offensivo nei confronti dei ticinesi, sostenere che questa iniziativa potrebbe indurre la gente a farsi giustizia da sé, facendo libero uso delle armi. Infatti essa non modifica in alcun modo il Codice penale e non prevede alcuna impunità per chi si difende in modo sproporzio­nato. I ticinesi sanno che se verranno condannati per eccesso di difesa dovranno pagarsi interament­e l’avvocato di fiducia, come finora. Già adesso, in caso di assoluzion­e, lo Stato si assume i costi dell’avvocato d’ufficio, senza che ciò abbia indotto la gente a farsi giustizia da sé con un uso scriteriat­o delle armi.

6) La legge proposta dall’iniziativa si limita a enunciare in un unico articolo il principio del rimborso integrale dei costi per i casi di legittima difesa, ma non definisce le procedure e le modalità per l’otteniment­o del rimborso. Si tratta però di aspetti secondari che, in caso di approvazio­ne del principio da parte del Popolo, potranno essere risolti in un secondo tempo dal Gran Consiglio, il quale ha comunque dichiarato ricevibile l’iniziativa senza alcun voto contrario.

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