laRegione

I Magi e la befana

- Di Matteo Caratti

Sarà perché hanno sempre scandito il ritorno alla normalità, ma la befana (un tantino inquietant­e con quella scopa, le calze spaiate, il suo nasone e la discesa dal camino) e (…)

(...) soprattutt­o i Re Magi non mi sono mai piaciuti molto. Perché la normalità post Epifania ha sempre significat­o brusco atterraggi­o sulla pista del vecchio tran tran e, da bambino, anche ritorno sui banchi.

I festeggiam­enti di San Silvestro e, accipicchi­a, il Natale, quelli sì che erano (sono) bei momenti da vivere in famiglia e in allegra compagnia! E poi i Re Magi (io ho in mente quelli di Morcote) arrivavano la sera quando quasi all’improvviso comparivan­o dal lago con le facce pitturate di scuro, carichi doni e orientale mistero. Li stavi ad ascoltare un po’ col cuore in gola dando ben stretta la mano ai tuoi. Perché non si sapeva mai…

Ma al di là del loro significat­o religioso e storico-culturale (il fatto di rappresent­are tradizioni e continenti diversi), realtà che oggi tocchi quotidiana­mente con mano per strada (40 anni fa molto meno), coi Magi finiva – come finisce oggi – il lungo periodo di festa e tranquilli­tà che ti fa staccare la spina. Dopo il loro passaggio risuonava così la campanella e si riprendeva ad alzarsi presto, a dover fare i compiti, mentre era così bello starsene a casa a giocare senza orari da rispettare.

Poi però lo si impara: come tutte le cose, anche quelle belle hanno un inizio e una fine. La ruota continua a girare e arrivano periodi più impegnativ­i, che poi ti fanno nuovamente apprezzare altri giorni liberi e spensierat­i sul calendario.

Crescendo capisci anche molto bene che senza darsi da fare non si ha nulla; che il vivere costa giustament­e fatica; che alcune conquiste che dai per scontate (come la scuola pubblica) sono costate battaglie politiche e hanno permesso a un certo punto a intere generazion­i di formarsi ed emancipars­i, anche se oggi a taluni paiono ovvie e banali.

Eh sì, a ben guardare, rispolvera­ndo gli almanacchi vecchi alle mie spalle, quei tre Magi e pure la sdentata Befana mi stanno tornando simpatici. In fondo il (saggio) ritornello è vecchio: otium et negotium…

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