Aeroporto verso le urne
Gli oppositori del credito cantonale annunciano di aver raccolto oltre 7’300 firme
Aspettando la convalida si affilano le armi. Borradori: faremo di tutto per vincere. Più in difficoltà l’analogo referendum a livello comunale.
Sarebbe stato coronato da successo il referendum che si oppone al credito cantonale di 4,88 milioni a sostegno all’aeroporto di Lugano-Agno. I promotori annunciano di aver raccolto 7’350 firme, superando le 7’000 necessarie per portare alle urne la popolazione ticinese. La certezza la si avrà quando si conteggeranno le firme definitive – mancano ancora tre giorni alla data limite –, ma ormai le urne sembrano proprio avvicinarsi. E Simona Arigoni Zürcher, deputata Mps, non nasconde di essere più che soddisfatta per l’esito della campagna, anche se tende a essere ancora cauta. «Certo è che i ticinesi hanno dato un segnale chiaro – dice a ‘laRegione’ –. Hanno fatto capire che non sono così d’accordo di ‘sponsorizzare’ quello che, di fatto, è destinato a diventare un aeroporto privato». Ciò che si è potuto vedere sin qui, è che «un grande contributo al referendum» è arrivato dalla stessa città e non dalla periferia, ci spiega. «Sì, mi sarei meravigliata se non ci fossero riusciti». Roberta Passardi, presidente dell’associazione Avio Ticino pro aeroporto, dal canto suo se l’aspettava. «È un atto democratico – sottolinea la granconsigliera liberale radicale –. Lo ritengo più che giusto, almeno a stabilire cosa vuole la popolazione. Faremo in modo di fare una buona campagna per far comprendere ai ticinesi che l’aeroporto di Lugano non è solo uno scalo di una piccola regione del basso Ticino ma di tutto il cantone, visto e considerato che dei quattro aeroporti che abbiamo l’unico a statuto di aerodromo regionale con funzione di collegamenti internazionali è a Lugano. E soprattutto che una regione come il Ticino ha necessità di mantenere un trasporto pubblico come quello aereo». Avio Ticino aveva consegnato al Municipio di Lugano oltre 8mila firme a sostegno della ricapitalizzazione di Lugano Airport Sa. Sul tema socialisti e Verdi stanno raccogliendo, però, firme anche per un referendum a livello comunale, per il quale occorrono invece 3mila sottoscrizioni (2’400 quelle raccolte finora) entro il 13 gennaio.
Il fattore tempo
«Noi avevamo messo in conto che il referendum sarebbe potuto riuscire» ci risponde Marco Borradori. Una votazione popolare su un tema così sentito e controverso è difficile, non si affronta a cuor leggero. E qui vorrei dire una cosa: dal mio punto di vista si è parlato così tanto dell’aeroporto, il tema è stato usato anche come leva politica, che forse è giusto che sia il popolo a votare. Noi sappiamo come far passare i nostri argomenti, accetteremo il verdetto, ma faremo di tutto per vincere la votazione». Sulla tempistica, a parte la vicinanza con le elezioni comunali, Borradori non nasconde qualche preoccupazione. «L’ideale sarebbe poter votare prima possibile; più passa il tempo più si fa sentire il problema di non poter usare le risorse che ci sono state date dal Consiglio comunale. Un esempio: c’è una compagnia aerea – la Lions Air ndr – che sta aspettando e con cui dovremmo concludere un contratto. Certo, bisogna convivere con questa situazione, superare un ostacolo dopo l’altro: lo abbiamo fatto a livello cantonale, poi a livello comunale e ora ci sono i referendum, o ameno uno di essi. Vedremo se la maggioranza raggiunta in Gran Consiglio troverà riscontro nel voto popolare». Non teme che le altre regioni ticinesi possano mal sopportare una spesa fatta per l’aeroporto di Lugano? «È normale che chi abita per esempio nel Nord del cantone possa sentirsi meno coinvolto, però credo che a tutti possa e debba stare a cuore un Ticino competitivo e lungimirante».