I primi tre punti. E pesano
Il Lugano inaugura il 2020 battendo il Friborgo. Pelletier può festeggiare, mentre sul ghiaccio qualche frutto lo si vede.
Lugano – Si finisce con la pista tutta in piedi ad applaudire un successo importante, ancor prima che meritato. Importante soprattutto guardando a ciò che dice la classifica, che alle 19.44 piazzava il Lugano a quota 37 punti, sette in meno rispetto alla fatidica ‘riga’, mentre alle 22 passate quel disavanzo era sceso a cinque unità. Alla vigilia di un Berna-Lugano che, domani pomeriggio, metterà in palio praticamente sei punti.
Ma quello contro il Friborgo non è solo il primo successo dell’anno nuovo: soprattutto è il primissimo dell’era Serge Pelletier, dopo le due brucianti sconfitte prenatalizie contro Losanna e, soprattutto, Davos. Nella sera in cui sulla panchina bianconera fa il suo debutto anche il terzo e ultimo nuovo membro dello staff tecnico, cioè il canadese Rob Cookson.
Se è ancora presto per capire quale identità avrà il Lugano da qui a qualche settimana, un primo assaggio di ciò che Pelletier e i suoi assistenti hanno in testa lo si vede soprattutto nel primo tempo della sfida con il Gottéron. In cui i bianconeri cercano subito di mettere in pista pattinaggio, ritmo ed energia. Con un gioco decisamente più lineare, molto più diretto sulla porta (basti pensare che al decimo minuto il bilancio in favore dei bianconeri era già di 13 conclusioni a 2), ma soprattutto con una grande convinzione nei contrasti di gioco, da cui la stragrande maggioranza delle volte Chiesa e compagni escono vincitori. Mentre il Friborgo del primo tempo, tenuto in piedi soprattutto dalle parate di un Berra che getta gambe e braccia dappertutto, ha lo stesso colore delle sue maglie. Il risultato, logico, è che i bianconeri vanno alla pausa in vantaggio, grazie a Paul Postma magistralmente servito da un McIntyre che finirà la serata con tre assist all’attivo, e che è in pratica il quarto straniero in pista vista l’assenza dell’ultim’ora del finlandese Jani Lajunen, che non ha praticamente chiuso occhio da due giorni in attesa che nascesse suo figlio Liam. A quel gol, poi, nel tempo di mezzo se ne aggiungeranno altri due, firmati da Klasen al 24’23’’ in superiorità numerica (pur se l’azione non c’è da nessuna parte nel manuale del powerplay), e poi al 28’00’’ dall’ostinato Bertaggia, quando sulla panca dei cattivi addirittura c’è Postma. A quel punto, però, il Friborgo non è più quello di prima. E sfruttando due penalità, la stessa citata di Postma (3-1 al 28’18’’) e poi quella scontata da Ronchetti per eccesso di giocatori sul ghiaccio (3-2 al 45’00’’) la squadra di Dubé torna improvvisamente in partita. A quel punto qualche dubbio nasce, ed è legittimo. Ma poi Bertaggia si rimette a pedalare e li spazza via.