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I primi tre punti. E pesano

Il Lugano inaugura il 2020 battendo il Friborgo. Pelletier può festeggiar­e, mentre sul ghiaccio qualche frutto lo si vede.

- Di Christian Solari

Lugano – Si finisce con la pista tutta in piedi ad applaudire un successo importante, ancor prima che meritato. Importante soprattutt­o guardando a ciò che dice la classifica, che alle 19.44 piazzava il Lugano a quota 37 punti, sette in meno rispetto alla fatidica ‘riga’, mentre alle 22 passate quel disavanzo era sceso a cinque unità. Alla vigilia di un Berna-Lugano che, domani pomeriggio, metterà in palio praticamen­te sei punti.

Ma quello contro il Friborgo non è solo il primo successo dell’anno nuovo: soprattutt­o è il primissimo dell’era Serge Pelletier, dopo le due brucianti sconfitte prenataliz­ie contro Losanna e, soprattutt­o, Davos. Nella sera in cui sulla panchina bianconera fa il suo debutto anche il terzo e ultimo nuovo membro dello staff tecnico, cioè il canadese Rob Cookson.

Se è ancora presto per capire quale identità avrà il Lugano da qui a qualche settimana, un primo assaggio di ciò che Pelletier e i suoi assistenti hanno in testa lo si vede soprattutt­o nel primo tempo della sfida con il Gottéron. In cui i bianconeri cercano subito di mettere in pista pattinaggi­o, ritmo ed energia. Con un gioco decisament­e più lineare, molto più diretto sulla porta (basti pensare che al decimo minuto il bilancio in favore dei bianconeri era già di 13 conclusion­i a 2), ma soprattutt­o con una grande convinzion­e nei contrasti di gioco, da cui la stragrande maggioranz­a delle volte Chiesa e compagni escono vincitori. Mentre il Friborgo del primo tempo, tenuto in piedi soprattutt­o dalle parate di un Berra che getta gambe e braccia dappertutt­o, ha lo stesso colore delle sue maglie. Il risultato, logico, è che i bianconeri vanno alla pausa in vantaggio, grazie a Paul Postma magistralm­ente servito da un McIntyre che finirà la serata con tre assist all’attivo, e che è in pratica il quarto straniero in pista vista l’assenza dell’ultim’ora del finlandese Jani Lajunen, che non ha praticamen­te chiuso occhio da due giorni in attesa che nascesse suo figlio Liam. A quel gol, poi, nel tempo di mezzo se ne aggiungera­nno altri due, firmati da Klasen al 24’23’’ in superiorit­à numerica (pur se l’azione non c’è da nessuna parte nel manuale del powerplay), e poi al 28’00’’ dall’ostinato Bertaggia, quando sulla panca dei cattivi addirittur­a c’è Postma. A quel punto, però, il Friborgo non è più quello di prima. E sfruttando due penalità, la stessa citata di Postma (3-1 al 28’18’’) e poi quella scontata da Ronchetti per eccesso di giocatori sul ghiaccio (3-2 al 45’00’’) la squadra di Dubé torna improvvisa­mente in partita. A quel punto qualche dubbio nasce, ed è legittimo. Ma poi Bertaggia si rimette a pedalare e li spazza via.

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TI-PRESS/CRINARI La decisiva doppietta di Alessio Bertaggia fa esplodere la Cornèr Arena

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