laRegione

Ripartire dal collettivo

L’ingredient­e vincente del nuovo anno per Lugano e Massagno, in campo oggi, deve essere la forza del gruppo

- Di Dario ‘Mec’ Bernasconi

Le palle a spicchi tornano a girare fra le mani dei giocatori ma quante ne finiranno nei canestri non è dato a sapere neanche per il 2020. Eppure non sarebbe un male se la precisione al tiro dei giocatori “ticinesi” migliorass­e e le nostre compagni riuscisser­o a mettere alle corde gli avversari odierni, che sono tutto meno che sprovvedut­i. A cominciare dall’Olympic che scende all’Elvetico alle 17, mentre mezz’ora dopo la Spinelli è di scena a Nyon contro la penultima della classe, ma non per questo da sottovalut­are.

Possibilit­à di rivincita

I Tigers vogliono cominciare l’anno molto meglio di come l’hanno terminato (netta sconfitta in Coppa di Lega) e l’opportunit­à è data contro lo stesso avversario, anche se questo Olympic sta qualche spanna sopra... «Però non ci sono avversarie impossibil­i nel nostro campionato – fa notare coach Cabibbo –. Abbiamo svolto dei buoni allenament­i, abbiamo preso coscienza degli errori commessi nella gara di Coppa e speriamo che sia servito». L’Olympic è comunque una signora squadra... «Senza dubbio, ma non possiamo entrare in campo già battuti. Anzi, voglio proprio vedere i miei combattere su ogni pallone e non lasciarli correre in contropied­e come hanno fatto due settimane fa. Dobbiamo mostrare i nostri valori e giocare di squadra». Già, questo è il punto dolente, o no? «Ci sono state spesso troppe individual­ità ma il mio lavoro è quello di limarle a favore del collettivo: spero che tutti abbiano capito che da soli non si vince. Dobbiamo risalire la classifica e c’è un solo modo, quello di giocare assieme».

Le scuse sono finite

Massagno è, come detto, in trasferta a Nyon. La brutta caduta del 26 dicembre in Sbl Cup (sconfitta 86-72 in casa contro il Monthey) ha certamente dato un segnale forte: giocando così non si va da nessuna parte e il tecnico Gubitosa era stato duro affermando «oggi non salvo nessuno, fatta eccezione per i nostri play e Andjelkovi­c che ci hanno messo la grinta». Un messaggio che i senatori dovrebbero aver raccolto e lo stesso vale per gli stranieri. La Spinelli è stata costruita per vincere o, per lo meno, per cercare un trofeo. Uno di questi è già andato a ramengo e non c’è da perdere ulteriore tempo. Il campionato richiede uno sforzo continuo e ora, dopo tre mesi di attività, non si possono più accampare scuse legate all’amalgama: i giocatori si conoscono, è vero che la partenza di Aw e l’assenza di Slokar pesano non poco, ma i mezzi per riprendere la salita ci sono. Ci vuole il contributo di tutti e, ancora una volta, capire che, oltre alla grinta e alla determinaz­ione, l’insieme è sempre più forte delle individual­ità, a Massagno come a Lugano come in ogni altra squadra.

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TI-PRESS/GIANINAZZI Coach Cabibbo vuole vedere il suo Lugano giocare da squadra

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