‘Più protezione dei residenti’
Il tessuto imprenditoriale ticinese? “Forte, sano e in grado di creare lavoro e opportunità”. Questa l’interpretazione data dal Partito liberale radicale ticinese (Plr) ai dati sulla disoccupazione 2019 pubblicati venerdì dalla Segreteria di Stato dell’economia. Dati che per il nostro cantone mostrano come lo scorso anno il tasso medio di iscritti agli uffici di collocamento fosse del 2,8%, in calo di 0,1 punti percentuali rispetto al 2018. Bene, ma non benissimo, però. Perché – si legge in una nota stampa del Plr – se “è fondamentale continuare a puntare su un’economia forte, competitiva e innovativa, capace di pagare stipendi adeguati ed attrattivi per chi vive e lavora in Ticino”, è anche “necessario tenere saldamente in mano le redini dei controlli verso chi approfitta del nostro mercato del lavoro”. Tradotto: vanno confermate “le verifiche attuali” ed è indispensabile “lottare contro il dumping salariale”. Anche perché “è bene evidente che, ad esempio in alcuni settori del terziario, la forte crescita della manodopera frontaliera presenta degli aspetti critici che devono essere valutati con estrema attenzione”.
La richiesta dei liberali-radicali è quindi quella di introdurre “ulteriori misure di promozione del potenziale di manodopera residente”. Misure “che vadano ad aggiungersi ad esempio al primo pacchetto di misure promosse dal Dfe per il sostegno al collocamento delle persone in cerca d’impiego o alla campagna ‘più opportunità per tutti’”. Servono inoltre piani concreti “per reinserire disoccupati” difficilmente collocabili e/o più anziani. Tra questi un “progetto pilota per il reinserimento degli ultracinquantenni che hanno esaurito il diritto all’indennità”. Progetto che, a mente del Plr, dovrebbe elaborare il Consiglio di Stato in vista di sottoporlo “quanto prima possibile” alla Confederazione, attraverso la Seco.