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Mandati a peso d’oro

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Zurigo – Tre parlamenta­ri federali su quattro incassano soldi da attività o mandati accessori: la quota – che per i consiglier­i agli Stati è superiore, pari all’80% – potrebbe aumentare ulteriorme­nte, visto che la legislatur­a è appena cominciata. Un esponente grigionese, Martin Schmid, percepisce oltre 400mila franchi grazie solo a tre consigli di amministra­zione.

A far luce sugli introiti degli eletti a Berna è stata l’Nzz am Sonntag, che ha setacciato il registro degli interessi degli eletti. Da dicembre i parlamenta­ri non sono più tenuti solo a indicare i loro mandati in aziende, associazio­ni e fondazioni, ma anche se sono pagati per le loro attività. Dai dati emerge che i 246 deputati e senatori accumulano 1’650 mandati, ovvero una media di sette a persona, il 45% dei quali è dichiarato remunerato.

Secondo il domenicale i numeri lieviteran­no ulteriorme­nte, perché dopo le elezioni dello scorso ottobre a Palazzo federale si sono presentati molti nuovi esponenti che allacceran­no lucrativi contatti con il mondo esterno, arrotondan­do la remunerazi­one di circa 90mila franchi che dà il seggio.

Molti andranno o sono già andati a ingrossare le file di vari comitati messi in piedi da associazio­ni o aziende: gruppi in cui i parlamenta­ri discutono di vari temi e per cui ottengono compensi. L’interesse di chi paga? Essere a conoscenza in anticipo di quanto avviene al Nazionale e agli Stati, per poi poter influire sull’iter legislativ­o. Secondo Transparen­cy Internatio­nal, organizzaz­ione che lotta contro la corruzione, questo stato di cose porta i parlamenta­ri a essere dipendenti e favorisce i conflitti di interesse: in particolar­e quando i compensi raggiungon­o importi a cinque o sei cifre.

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KEYSTONE Anche tu?

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