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Un abbaglio da dieci minuti

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Lugano – Sorride, Alessandro Chiesa. Ma è un sorriso stupefatto. Perché il difensore numero 27 del Lugano davvero non si capacita di quei 10’ di penalità a poco meno di sette minuti dal termine, che lo toglie di mezzo per l’incandesce­nte finale di partita. «Kienzle prima era andato a provocare Klasen, poi Bertaggia: se mi sono messo in mezzo è perché volevo evitare che Alessio si beccasse una penalità», spiega il capitano bianconero. Invece, in punizione finisce proprio lui. «Al termine della partita ho avvicinato l’arbitro perché volevo capire quale fosse la motivazion­e per quella penalità, e m’ha risposto che per separare i due litiganti ero saltato in pista dalla panchina, mentre invece io in verità già mi trovavo sul ghiaccio...», aggiunge il ticinese. Com’è finita? Con Lemelin che ha guardato Chiesa in malo modo, mentre il difensore s’è congedato consiglian­dogli di riguardars­i la scena alla tivù.

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