Sfarfallante o no, il tiro è da tre punti
Lugano – Sembra un tiro innocuo. Invece, innocuo non è. Quel puck sfarfallante che lascia di stucco il povero Van Pottelberghe e che fa scattare tutto lo stadio in piedi, finisce per pesare come un macigno non soltanto sull’esito di Lugano-Davos, bensì pure sulla classifica. Dove ora ci sono ben cinque squadre in tre punti, con il Lugano piazzato appena due punti sotto Langnau (suo avversario venerdì, in casa) e Berna. Naturalmente, però, sarebbe riduttivo riassumere tutto a quel ‘polsino’ che s’infila a fil di palo. Per un Lugano che in avvio impiega un po’ di tempo prima di prender quota, ma quando ci riesce – sull’onda dell’energia generata da due cambi praticamente consecutivi nel terzo grigionese, nel corso del tredicesimo minuto – sblocca subito il risultato, grazie alla prontezza di Lammer che ribadisce in gol, al volo, un tentativo di Suri, al 15’20’’, in superiorità numerica. Dopo il pareggio di Jung al 26’24’’ (a 4 contro 4), e poi il citato 2-1 di Klasen al 40’51’’, il pomeriggio alla Cornèr Arena s’infiamma sul serio nel finale. Quando una penalità di Lajunen in attacco, punito con un 2’ + 10’ per una carica alle assi, costringe i ticinesi a giocare a 6 contro 4 (anzi: praticamente 3, siccome a un certo punto McIntyre perde il bastone). Ma i bianconeri stringono i denti e difendono con le unghie una vittoria sudata finché si vuole, ma che vale oro.