La cura che batte i linfomi più cattivi. ‘Previsto un altro trattamento’
Un linfoma aggressivo, che non rispondeva né alla chemioterapia, né all’immunoterapia di prima linea, è stato ‘battuto’ allo Iosi grazie al nuovo trattamento con cellule Car-T. Il paziente (un uomo di mezza età) era inserito in uno studio clinico. Per spiegarla in modo semplice, i linfociti T del malato (quelli che dovrebbero occuparsi della difesa contro i tumori) sono stati prelevati dal sangue. Poi una ditta farmaceutica ha modificato i linfociti (aggiungendo un recettore specifico che riconosce le cellule da linfoma) che una volta reintrodotti nel malato hanno aumentato la risposta immunitaria, agendo rapidamente contro il linfoma, aggredendolo e facendolo scomparire.
La terapia brevettata dalle case farmaceutiche è una tecnica all’avanguardia nella cura dei linfomi che i medici dello Iosi hanno imparato in un centro specializzato negli Stati Uniti e poi implementato allo Iosi. «Questo è un punto di forza molto importante dello Iosi, dove sono disponibili cure innovative. La ricerca è essenziale per fare progressi, non è facile essere e rimanere tra i più bravi, ci vuole lo spirito giusto, che intendo continuare a coltivare», spiega la dott. Silke Gillessen Sommer.
La terapia con Cart è stata approvata negli Usa a metà del 2018 (poco dopo in Europa e Svizzera), per la cura di linfomi aggressivi e leucemie linfoblastiche acute, refrattarie ai trattamenti standard. «Due centri universitari in Svizzera (negli ospedali di Berna e Zurigo) hanno l’autorizzazione di SwissMedic per eseguirla. Seguiranno altri ospedali universitari e anche lo Iosi. Il permesso è stato richiesto e probabilmente eseguiremo il primo trattamento, fuori da uno studio clinico, nella seconda metà di quest’anno. Responsabili sono i dottori Davide Rossi e Luciano Wannesson», precisa il primario. La cura costa attorno ai 300mila franchi. «A livello federale si sta preparando la regolamentazione per rendere questo trattamento disponibile per chi ne ha bisogno in Svizzera. Già oggi, con una richiesta speciale, la maggior parte delle casse malattia accetta la cura», conclude.