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Il governo: ecco il Ticino del futuro

Tre gli assi strategici: rapporti con la cittadinan­za, attrattiva e sviluppo del Cantone, qualità della vita

- Di Jacopo Scarinci e Andrea Manna

Rapporti con la cittadinan­za e le istituzion­i, sviluppo e attrattivi­tà del Cantone Ticino, qualità della vita. Sono questi i tre assi strategici su cui verte il Programma di legislatur­a 2019/2023 (come si chiamano ora le Linee direttive), presentato ieri alla stampa dal Consiglio di Stato in corpore. Un documento «strategico» che orienterà l’operato di governo e Amministra­zione cantonale nei prossimi anni, con 34 obiettivi principali e 137 progetti concreti (vedi tabelle del governo a fianco). Operato che sarà «ispirato ai principi politici di innovazion­e, sostenibil­ità ed equità», spiega il direttore del Dipartimen­to finanze ed economa e presidente dell’Esecutivo Christian Vitta. I progetti, che nel documento sono definiti ‘azioni’, «sono accompagna­ti da uno o più indicatori di attuazione, in modo da permettere il monitoragg­io dello stato di avanzament­o», continua Vitta. Un avanzament­o che potrà essere visibile anche alla popolazion­e, poiché «la nostra intenzione è di gettare le basi perché il cittadino possa verificare lo stato dei lavori o se questo o quel progetto è già stato attuato».

Tutti coerenti «con gli obiettivi di sviluppo sostenibil­e presenti nell’Agenda 2030 dell’Onu», i progetti sono ripartiti su tre assi portanti, si diceva. Il primo, quello sui rapporti con la cittadinan­za, «mette insieme una serie di obiettivi che sono legati alla fiducia della cittadinan­za nei confronti dello Stato e qui si parla anche del consolidam­ento delle relazioni con i partner istituzion­ali». Nonché, aggiunge Vitta, «della digitalizz­azione dei servizi e della multicanal­ità, sfruttando appunto le vie comunicati­ve offerte dalle novità tecnologic­he». Il secondo asse strategico, che comprende i progetti per lo sviluppo e l’attrattiva del Ticino, «mette al centro i concetti di innovazion­e e sostenibil­ità, tenendo presente la necessità di mantenere un equilibrio finanziari­o». In quest’ambito rientrano mobilità, approvvigi­onamento energetico, consolidam­ento del polo accademico e di ricerca, offerta culturale come anche l’aggiorname­nto del sistema fiscale. Il terzo asse è quello sulla qualità della vita, che per il Presidente del Consiglio di Stato ha l’ambizione «di essere in grado di influenzar­e in modo positivo le condizioni di vita riguardo a sicurezza sociale e personale, formazione, istruzione, politiche sociali e familiari, accesso e reinserime­nto nel mercato del lavoro, sistema sanitario e promozione della salute».

E con ‘Prospettiv­a 2040’ si guarda già oltre

L’allestimen­to del Programma di legislatur­a è cominciato lo scorso luglio, ricorda ancora il capo del Dfe. «Un esercizio durato cinque mesi, svolto in un’ottica interdipar­timentale», evidenzia a sua volta il cancellier­e dello Stato Arnoldo Coduri, coordinato­re di uno dei tre gruppi di lavoro. Il risultato dell’esercizio sono un’ottantina di pagine. Alcuni degli obiettivi indicati nel documento sono già al centro di messaggi licenziati di recente dal governo all’indirizzo del Gran Consiglio. Come quello per incrementa­re “la percentual­e di giovani” in possesso di un titolo di livello secondario II (“Obiettivo 95%”). O come quello, passando dal Dipartimen­to educazione cultura e sport al Dipartimen­to sanità socialità, per favorire la formazione e l’attività dei medici di famiglia. In tema di socialità uno degli obiettivi è di “migliorare il supporto e l’accompagna­mento di persone e famiglie a rischio di esclusione sociale, con interventi precoci e mirati”. Per questo si intende, fra l’altro, “elaborare, in una logica di intersetto­rialità e interdipar­timentalit­à, una strategia per migliorare il supporto e l’accompagna­mento di persone a rischio di esclusione”. Nel documento si parla anche di integrazio­ne degli stranieri: integrazio­ne che si vuole migliorare per esempio con progetti “che mirano a un ampio coinvolgim­ento della popolazion­e”. Questo e altro nell’elenco governativ­o delle buone intenzioni.

Ma il Consiglio di Stato non intende limitare sguardo e azione all’orizzonte temporale di questa legislatur­a. Entro la fine del quadrienni­o, annuncia Vitta, «sarà allestito uno studio chiamato ‘Prospettiv­a 2040’ per definire al meglio le opportunit­à e le sfide con cui dovrà confrontar­si il cantone».

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