Il governo: ecco il Ticino del futuro
Tre gli assi strategici: rapporti con la cittadinanza, attrattiva e sviluppo del Cantone, qualità della vita
Rapporti con la cittadinanza e le istituzioni, sviluppo e attrattività del Cantone Ticino, qualità della vita. Sono questi i tre assi strategici su cui verte il Programma di legislatura 2019/2023 (come si chiamano ora le Linee direttive), presentato ieri alla stampa dal Consiglio di Stato in corpore. Un documento «strategico» che orienterà l’operato di governo e Amministrazione cantonale nei prossimi anni, con 34 obiettivi principali e 137 progetti concreti (vedi tabelle del governo a fianco). Operato che sarà «ispirato ai principi politici di innovazione, sostenibilità ed equità», spiega il direttore del Dipartimento finanze ed economa e presidente dell’Esecutivo Christian Vitta. I progetti, che nel documento sono definiti ‘azioni’, «sono accompagnati da uno o più indicatori di attuazione, in modo da permettere il monitoraggio dello stato di avanzamento», continua Vitta. Un avanzamento che potrà essere visibile anche alla popolazione, poiché «la nostra intenzione è di gettare le basi perché il cittadino possa verificare lo stato dei lavori o se questo o quel progetto è già stato attuato».
Tutti coerenti «con gli obiettivi di sviluppo sostenibile presenti nell’Agenda 2030 dell’Onu», i progetti sono ripartiti su tre assi portanti, si diceva. Il primo, quello sui rapporti con la cittadinanza, «mette insieme una serie di obiettivi che sono legati alla fiducia della cittadinanza nei confronti dello Stato e qui si parla anche del consolidamento delle relazioni con i partner istituzionali». Nonché, aggiunge Vitta, «della digitalizzazione dei servizi e della multicanalità, sfruttando appunto le vie comunicative offerte dalle novità tecnologiche». Il secondo asse strategico, che comprende i progetti per lo sviluppo e l’attrattiva del Ticino, «mette al centro i concetti di innovazione e sostenibilità, tenendo presente la necessità di mantenere un equilibrio finanziario». In quest’ambito rientrano mobilità, approvvigionamento energetico, consolidamento del polo accademico e di ricerca, offerta culturale come anche l’aggiornamento del sistema fiscale. Il terzo asse è quello sulla qualità della vita, che per il Presidente del Consiglio di Stato ha l’ambizione «di essere in grado di influenzare in modo positivo le condizioni di vita riguardo a sicurezza sociale e personale, formazione, istruzione, politiche sociali e familiari, accesso e reinserimento nel mercato del lavoro, sistema sanitario e promozione della salute».
E con ‘Prospettiva 2040’ si guarda già oltre
L’allestimento del Programma di legislatura è cominciato lo scorso luglio, ricorda ancora il capo del Dfe. «Un esercizio durato cinque mesi, svolto in un’ottica interdipartimentale», evidenzia a sua volta il cancelliere dello Stato Arnoldo Coduri, coordinatore di uno dei tre gruppi di lavoro. Il risultato dell’esercizio sono un’ottantina di pagine. Alcuni degli obiettivi indicati nel documento sono già al centro di messaggi licenziati di recente dal governo all’indirizzo del Gran Consiglio. Come quello per incrementare “la percentuale di giovani” in possesso di un titolo di livello secondario II (“Obiettivo 95%”). O come quello, passando dal Dipartimento educazione cultura e sport al Dipartimento sanità socialità, per favorire la formazione e l’attività dei medici di famiglia. In tema di socialità uno degli obiettivi è di “migliorare il supporto e l’accompagnamento di persone e famiglie a rischio di esclusione sociale, con interventi precoci e mirati”. Per questo si intende, fra l’altro, “elaborare, in una logica di intersettorialità e interdipartimentalità, una strategia per migliorare il supporto e l’accompagnamento di persone a rischio di esclusione”. Nel documento si parla anche di integrazione degli stranieri: integrazione che si vuole migliorare per esempio con progetti “che mirano a un ampio coinvolgimento della popolazione”. Questo e altro nell’elenco governativo delle buone intenzioni.
Ma il Consiglio di Stato non intende limitare sguardo e azione all’orizzonte temporale di questa legislatura. Entro la fine del quadriennio, annuncia Vitta, «sarà allestito uno studio chiamato ‘Prospettiva 2040’ per definire al meglio le opportunità e le sfide con cui dovrà confrontarsi il cantone».