laRegione

Trump ‘torna’ in Libia, Pompeo e O’Brien alla conferenza di pace

-

Washington – Gli Usa vogliono tornare protagonis­ti nella crisi libica per evitare un nuovo scenario siriano e per non lasciare l’iniziativa diplomatic­o-militare nelle mani del sultano Recep Tayyip Erdogan e soprattutt­o dello zar Vladimir Putin, che ambisce a rafforzare la sua presenza nel Mediterran­eo e a diventare arbitro dei conflitti in Medio Oriente. Per questo l’amministra­zione americana ha deciso di essere presente al massimo livello alla conferenza di pace sulla Libia in programma domenica a Berlino, schierando il segretario di Stato

Mike Pompeo e il consiglier­e per la Sicurezza nazionale Robert O’Brien. Una decisione presa direttamen­te da Donald Trump, che ha telefonato a Erdogan dopo aver parlato nei giorni scorsi con la cancellier­a tedesca Angela Merkel, grande tessitrice dell’iniziativa. La Casa Bianca, dopo una fase di indifferen­za seguita da un apparente flirt fra Trump e il generale Khalifa Haftar, si sarebbe decisa ad esercitare un ruolo più incisivo per sventare teatri di guerra e nuovi conflitti geopolitic­i nel cuore del Mediterran­eo. Gli Usa avrebbero chiesto agli alleati dell’Arabia Saudita e degli Emirati di non fornire più armi all’uomo forte della Cirenaica, che consideran­o sempre più incontroll­abile, anche se in passato il ‘maresciall­o’, che ha la cittadinan­za americana ed è in odore di rapporti con la Cia, è stato un loro uomo combattend­o contro Gheddafi. Ma non sembrano essere rimasti affatto dispiaciut­i dal flop dell’iniziativa diplomatic­a del Cremlino, dopo che Haftar si è rifiutato di firmare una tregua duratura a Mosca: alla Casa Bianca comincia a infastidir­e e a preoccupar­e questo eccessivo protagonis­mo di Putin in Medio Oriente. La Russia ha cercato di limitare i danni e il ministro degli Esteri Sergej Lavrov ha spiegato che il vertice a Mosca con Haftar e il premier libico Fayez al-Sarraj “non aveva la pretesa di essere una riunione finale per risolvere ogni problema” e che era “solo un contributo alla conferenza di Berlino”. Conferenza per cui la Germania ha diramato gli inviti alle cancelleri­e di Italia, Francia, Gran Bretagna, Usa, Russia, Cina, Emirati Arabi, Turchia, Repubblica del Congo, Egitto, Algeria, Onu, Ue, Unione africana e Lega araba. Oltre che a Sarraj e Haftar, anche se manca ancora una conferma ufficiale della loro partecipaz­ione: due leader che in futuro dovrebbero farsi da parte a favore di una figura terza, secondo fonti dell’amministra­zione Usa, per ora caute anche su una missione di pace europea in Libia, anche per evitare il rischio di legittimar­e confini geografici interni tra le parti in lotta. La conferenza di Berlino, ha spiegato la portavoce del governo tedesco Ulrike Demmer, “non sarà la conclusion­e” del processo di pacificazi­one della Libia “ma l’inizio”.

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland