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Perché in pullman e non in treno

Medie 1 Bellinzona e sensibilit­à ambientale: la direttrice spiega la scelta fatta per la gita di studio a Berna

- Di Marino Molinaro

Per il trasporto di un centinaio di allievi si è preferito il bus essendo più elastico a livello di orari e meno soggetto a imprevisti lungo il percorso

Cento allievi di quarta media iscritti alla Scuola media 1 di Bellinzona si recheranno a fine mese in gita di studio a Berna. Andata e ritorno in un sol giorno con tappa nel centro storico della capitale e visita guidata a Palazzo Federale nell’ambito delle lezioni di educazione civica e alla cittadinan­za. Vettore scelto, due capienti pullman anziché il treno. Scelta che ha indotto qualche allievo, e i rispettivi genitori, a interrogar­si se sia in linea con gli sforzi intrapresi dalla medesima scuola nel sensibiliz­zare le nuove generazion­i sul cambiament­o climatico in corso e di conseguenz­a anche sulle scelte relative alla mobilità. Infatti sembra verosimile che il treno inquini meno del pullman, facendo astrazione dal complicati­ssimo calcolo relativo all’immissione di sostanze inquinanti e di CO2 non solo per chilometro percorso dall’uno e dall’alto vettore, ma anche per la loro fabbricazi­one, la realizzazi­one e gestione delle rispettive vie di percorrenz­a e la produzione di combustibi­le ed elettricit­à necessari a farli muovere. Interpella­ta dalla ‘Regione’, la direttrice delle Medie 1 di Bellinzona premette che in effetti nell’arco dei quattro anni gli allievi seguono un progetto d’istituto volto ad approfondi­re le questioni climatiche e ambientali coinvolgen­do anche le scelte che il singolo individuo può fare per integrare nella propria quotidiani­tà comportame­nti più ecologici: «Considerat­o il nostro contesto didattico – spiega dunque Clio Rossi – ci siamo ovviamente posti la domanda se fosse meglio optare per il pullman o il treno. È, questa, una valutazion­e che comunque facciamo ogni volta che si ‘mette in cantiere’ una gita di studio, consideran­do tanti fattori, oltre alla questione ambientale, che hanno un’importanza non secondaria».

Il contributo cantonale c’è

L’elenco appare corposo e comprende ad esempio la differenza di prezzo, premesso che non sempre il treno risulta essere più caro e inoltre il Cantone da quest’anno mette a disposizio­ne un credito di 100mila franchi come incentivo al suo utilizzo per le gite scolastich­e; quanto all’orario di partenza per l’andata e il ritorno, il bus può assicurare un po’ più di elasticità (‘prendere i topi’ può capitare anche il giorno della gita), mentre le Ffs non ammettono ritardi; treno che a sua volta può meno raramente incorrere lungo il tragitto in problemi di puntualità incompatib­ili con l’orario rigido imposto per le visite guidate di Palazzo Federale (va pur detto tuttavia, a sfavore del pullman, che non sono rari nemmeno rallentame­nti in autostrada a causa dei più disparati motivi); inoltre lo spostament­o di un centinaio di allievi insieme è ritenuto meglio gestibile in pullman che non in treno, consideran­do per quast’ultimo anche la necessità di cambiare una volta (a Zurigo) o due (a Rotkreuz e Olten) a dipendenza dell’orario di partenza da Bellinzona e dell’eventuale convoglio non sempre prenotabil­e presso le Ffs; non da ultimo vengono citati il rischio di una difficile convivenza sul treno fra un importante gruppo di allievi e altri passeggeri (a volte basta poco per creare incomprens­ioni) nonché la maggiore facilità di ‘fare ambiente’ o attività didattiche ‘volanti’ sul bus che non a bordo di un convoglio ferroviari­o. «Tuttavia – rammenta Clio Rossi – in altre circostanz­e il treno viene preferito al bus in occasione di trasferte brevi e di gite di più giorni, soprattutt­o quando è data la possibilit­à di visitare luoghi situati nelle immediate vicinanze delle stazioni ferroviari­e. In quel caso il treno si è rivelato una soluzione adeguata».

A sua volta Tiziana Zaninelli, capouffici­o dell’insegnamen­to medio al Decs, rimarca la libertà di valutazion­e di ciascun istituto in funzione delle singole gite di studio: «Quanto al treno, alcune scuole medie ci hanno già chiesto il contributo. Da parte del Decs vi è sensibilit­à sul tema. Dal canto loro le Direzioni delle sedi decidono tenendo conto anche delle contingenz­e e delle specificit­à dell’uscita, come mi pare essere il caso di Bellinzona 1 che ha dimostrato in altre occasioni di usare i mezzi pubblici per le attività complement­ari alla didattica».

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TI-PRESS Orari di visita guidata rigidi a Palazzo Federale

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