laRegione

A Lugano caccia grossa al sacco rosso

- Di Alfonso Reggiani

«Già a dicembre si era capito che qualcosa non funzionava come avrebbe dovuto, perché i sacchi ordinati dalla ditta che si occupa della distribuzi­one (Fo-Security) stentavano ad arrivare e non rispettava­no i tempi di fornitura promessi, tanto che si è stati costretti a fare ordini più consistent­i per stare al passo con la richiesta di privati e ditte». A parlare, o meglio a sfogarsi, è un addetto ai lavori che gestisce un negozio del Luganese che fornisce i sacchi rossi, obbligator­i a Lugano dallo scorso 1° gennaio quando è entrato in vigore il nuovo regolament­o sui rifiuti. Il nostro interlocut­ore preferisce restare anonimo (nome noto alla redazione, ndr).

Il nostro interlocut­ore sottolinea che le difficoltà maggiori in questi giorni le hanno avute le ditte «perché sembra di avere capito che il problema più grosso sono proprio gli enti di una certa dimensione come ditte di pulizie, banche, casinò, condomini ecc. Che comprensib­ilmente devono avere una scorta di sacchi molto maggiore rispetto ai privati e questo forse la Città di Lugano non lo aveva calcolato». L’esperienza vissuta in questi giorni dall’addetto ai lavori è in netto contrasto con quanto riferito dall’autorità cittadina: «Ho letto decine di articoli e interviste dove il Comune cerca in qualche modo di giustifica­rsi per una situazione che senza dubbio è stata mal organizzat­a con prese di posizione che a volte erano anche fuori luogo e non veritiere».

«Dal mio punto di vista, il comune o il dicastero in questione ha le sue responsabi­lità e cerca di risolvere una situazione facendo “finta” che sia tutto normale ma in realtà di normale non c’è proprio nulla! Il 7 gennaio c’è stato un vero e proprio assalto e in tarda mattinata i sacchi non si trovavano più». È vero che c’è stato il periodo festivo a complicare il tutto «ma martedì 7 gennaio, la Fo-Security ci ha comunicato che lo stock era finito e fino a nuovo avviso non verranno più consegnati i sacchi (almeno per 10 giorni) e hanno aggiunto che quello stock sarebbe secondo i calcoli dovuto durare sei mesi ma in realtà è terminato in qualche settimana!».

Al nostro interlocut­ore ha dato fastidio la presa di posizione della Città che ha affermato che “sono i negozi a fare poca scorta”. «Siamo tornati a vendere il “vecchio sacco nero”. Tanto di multe per il momento non se ne fanno!».

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TI-PRESS A Bellinzona ci sono…

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