Feuz vuole emulare Klammer
Il bernese cerca il terzo trionfo al Lauberhorn, proprio come il campione austriaco. Nello slalom Yule sogna la tripletta.
Un weekend a Wengen, un weekend a Kitzbühel. In dieci giorni gli amanti della velocità saranno messi di fronte a due miti del Circo bianco: il Lauberhorn e la Streif. Due discese che hanno fatto la storia di questo sport e che fanno entrare di diritto nella Hall of Fame dello sci alpino coloro i quali possono vantarsi di essere riusciti a domarle. Sabato si inizierà dalla pista più lunga del circuito, circa 4,5 km che costringono i discesisti a rimanere in posizione per più o meno 2’30”. Con le velocità del giorno d’oggi, uno sforzo immane. E, nonostante tutte le difficoltà che comporta – dalla velocità che raggiunge i 140 km/h, all’Hundschopf, dalla Minschkannte a una S finale da far uscire acido lattico perfino dalle orecchie – c’è chi di questa pista non potrebbe fare a meno. Come Beat Feuz che al Lauberhorn è di casa. Sabato il bernese proverà a centrare la terza vittoria dopo quelle del 2012 e del 2018, ciò che gli permetterebbe di raggiungere Franz Klammer. Non fosse stato per quei 14 centesimi con cui l’austriaco Kriechmayr un anno fa gli aveva strozzato in gola l’urlo di trionfo, Feuz avrebbe potuto ambire a diventare il primo a quota quattro successi. Al cospetto di mostri sacri delle Alpi quali la Nord dell’Eiger, il Mönch e la Jungfrau, le qualità sciistiche del detentore della Coppa del mondo di specialità sembrano sublimarsi. Vederlo superare l’Hundschopf con le ginocchia incollate al petto (da Russi in avanti la pulizia nelle parti aeree è sempre stata una prerogativa di ogni buon discesista elvetico) rappresenta di per sé uno spettacolo. La simbiosi che sembra raggiungere con una pista oggettivamente d’altri tempi, ne fa il favorito numero uno, per quanto la concorrenza non mancherà di certo. A partire proprio da quel Kriechmayr che lo aveva beffato dodici mesi fa, ma che in questo inverno sembra più a suo agio in superG. Terzo nel 2019 e due volte quarto a Bormio, anche il norvegese Alexander Kilde rientra di diritto nel novero dei favoriti. Al contrario di Dominik Paris, forte a Kitzbühel, imbattibile a Bormio, ma che con il Lauberhorn non ha mai mostrato grande feeling. E non sarebbe giusto scordare il nome di Carlo Janka, un altro che quando sente la parola Wengen sembra improvvisamente risvegliare tutto il suo talento. Vincitore nel 2010, due volte terzo (2011 e 2015), il grigionese vanta pure cinque podi in combinata, con vittorie nel 2009 e 2015).
Tutti contro Pinturault
L’apice del weekend dell’Oberland bernese è rappresentato dalla libera di sabato, ma molto successo riscuotono anche lo slalom di domenica e la combinata di venerdì, quest’ultima vista come un prologo, su percorso accorciato, della libera vera e propria. Domani l’uomo da battere sarà Alexis Pinturault, il francese che già aveva fatto sua la combinata di Bormio e che un anno fa aveva chiuso al terzo posto alle spalle dell’austriaco Marco Schwarz e dell’altro francese Victor Muffat-Jeandet. Attenzione anche al norvegese Kilde e allo svizzero Loïc Meillard, rispettivamente secondo e terzo in quel di Bormio. Kilde, inoltre, essendo un eccellente discesista potrebbe scavare un importante divario da difendere poi tra i paletti stretti.
Paletti stretti che dovrebbero vedere gli svizzeri protagonisti soprattutto domenica, quando Daniel Yule, vincitore a Madonna di
Campiglio e ad Adelboden, cercherà di ottenere una tripletta storica. Quinto un anno fa, il vallesano troverà sulla sua strada il francese Clément Noël, l’austriaco Manuel Feller e, ben inteso, il norvegese Alexander Kristoffersen, che nell’Oberland ha già trionfato due volte (2016 e 2017). Quarto nel 2018, ma eliminato l’anno successivo, Ramon Zenhäusern conta di proseguire sull’onda del buon quarto posto di Adelboden. Senza scordare i nomi di Tanguy Nef, Loïc Meillard e Marc Rochat, tutti in progresso, chi più chi meno, nelle ultime settimane.