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500 milioni per la cassa pensione

Il maggior costo per il Cantone sarà di 12,5 milioni di franchi l’anno fino al 2051. L’obiettivo è l’equilibrio finanziari­o.

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È di mezzo miliardo l’‘iniezione’ per l’Istituto di previdenza cantonale. Il costo per lo Stato sarà di 12,5 milioni l’anno fino al 2051. Intanto il governo presenta il Programma di legislatur­a.

Iniezione ‘virtuale’ di 500 milioni di franchi dal Cantone all’Istituto di previdenza cantonale (Ipct). È quanto propone il Consiglio di Stato al parlamento per garantire i costi supplement­ari delle pensioni degli assicurati con più di 50 anni. Il piano di riassesto della previdenza cantonale prevede che il mezzo miliardo sia inserito nei conti del Cantone quale debito verso l’Ipct. Debito su cui le casse cantonali pagheranno un tasso d’interesse. Allo stato attuale il costo per l’erario sarà di 12,5 milioni di franchi l’anno.

La richiesta, oggetto del messaggio governativ­o varato ieri, si inserisce nell’ambito del progetto di riforma dell’istituto entrata in vigore nel 2013. I fondi supplement­ari serviranno a riportare sui giusti binari il cosiddetto “cammino di finanziame­nto”, ovvero il piano di aumento della copertura delle pensioni in modo che esso raggiunga almeno l’85% entro il 2051. Un cammino, ricorda il governo in una nota stampa, su cui si è accumulato del ritardo a causa in particolar­e della riduzione, a lungo termine, delle aspettativ­e di rendimento delle obbligazio­ni. Ricordiamo che per gli istituti di previdenza che non raggiungon­o un grado di copertura dell’80%, la legge federale prevede quale termine ultimo per farlo il 31.12.2051 e una verifica quinquenna­le di questo percorso da parte dell’autorità di vigilanza. “Nei primi tre anni, dal 2013 al 2015, il ‘cammino di finanziame­nto’ è stato rispettato – fa notare il governo –. Successiva­mente, a fine 2018, invece del 69,2% previsto, il grado di copertura effettivo è stato del 63,9%, per un ammanco di patrimonio rispetto a quanto previsto di 420 milioni di franchi”. L’essersi discostati dal piano di copertura “ha costretto l’Ipct, su raccomanda­zione del perito in materia di previdenza profession­ale, a ridurre il tasso tecnico dal 3,5 al 2% in tre tappe dal 2015 al 2017 e di conseguenz­a ad aumentare di un miliardo di franchi gli accantonam­enti a copertura degli impegni verso i pensionati e per le garanzie di pensione, riducendo in modo marcato il grado di copertura”.

Come sarà usato l’ulteriore capitale

Il mezzo miliardo richiesto servirà a coprire la metà dei costi non previsti nel piano di finanziame­nto, permettend­o così di recuperare parte del ritardo accumulato sul ‘cammino di finanziame­nto’. Il contributo “sarà inserito nel bilancio dell’Istituto di previdenza al 1.1.2021 come credito verso il Cantone e nel bilancio del Cantone come debito verso l’Ipct”. Su questo debito, “il Cantone verserà un interesse pari al tasso tecnico più un margine dello 0,5%. Con l’attuale tasso tecnico del 2%, l’interesse che il cantone dovrà versare sarà calcolato al tasso del 2,5%, ciò che corrispond­e a un esborso annuo di 12,5 milioni di franchi”. Le modalità di rimborso da parte del cantone saranno definite in accordo con l’Icpt.

L’altra metà dei maggiori costi non previsti (ulteriori 500 milioni di franchi, ndr) è stata invece coperta “dall’evoluzione tra il 2013 e il 2018 del patrimonio che è stata migliore di quanto previsto e dagli assicurati attivi”, precisa ancora la nota del Consiglio di Stato. Questi ultimi hanno già contribuit­o in questi anni al finanziame­nto dei maggiori oneri per le rendite dei beneficiar­i, poiché è stato loro riconosciu­to unicamente il tasso minimo di interesse Lpp sui loro capitali di previdenza (attualment­e l’1%), mentre il rendimento conseguito dall’Ipct ha sfiorato mediamente il 4 per cento”.

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TI-PRESS Un onere trentennal­e per il Cantone

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