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Quelle differenze di salario tra docenti

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Perché chi insegna al liceo prende più soldi dei suoi colleghi alle profession­ali, anche se a tempo pieno ha un’ora di lavoro in meno e probabilme­nte meno riunioni e consigli di classe?

Lo chiede al Consiglio di Stato un’interrogaz­ione interparti­tica (primo firmatario Edo Pellegrini, deputato Udc e insegnante in pensione, insieme a nomi da Ps, Plr e Verdi). Si specifica che un docente del Settore Medio Superiore (Sms) “in possesso di un Master e abilitato all’insegnamen­to viene stipendiat­o nella classe 10 e insegna 24 ore-lezione settimanal­i (a tempo pieno)”, mentre uno del settore profession­ale con qualifiche identiche “viene stipendiat­o nella classe 9 e insegna 25 ore-lezione settimanal­i. Pertanto un’ora d’insegnamen­to in più e una classe di stipendio in meno rispetto ai colleghi delle Sms”. Una discrepanz­a salariale che si riscontrer­ebbe anche fra direttori, tanto che “sull’arco di una carriera di 35 anni, il docente del profession­ale con Master guadagna circa 250mila franchi in meno del docente di Sms. La discrimina­zione continua poi anche per tutto il pensioname­nto; l’importo globale dipende dalla durata di vita; è comunque valutabile oltre i 300mila franchi”.

Senza contare che “con un’ora d’insegnamen­to alla settimana in più, il docente del profession­ale fa quasi un anno e mezzo di lavoro in più”.

Peraltro docenti e direttori del profession­ale “hanno quali interlocut­ori, oltre agli allievi e alle famiglie, anche i datori di lavoro, gli ispettori del tirocinio e le associazio­ni profession­ali, cosa che non succede nel Medio Superiore. È lecito quindi affermare come sia verosimile che, a livello di colloqui, incontri, serate informativ­e ecc. gli operatori del settore profession­ale abbiano un numero maggiore di impegni”.

E ancora: “Un docente di Scuola profession­ale ha spesso solo 1-2 ore di lezione con ogni classe e può arrivare ad avere anche 15 classi e 300 allievi. Di conseguenz­a avrà anche un numero ragguardev­ole di consigli di classe, di riunioni e colloqui con i genitori, di prove scritte da correggere ecc., certamente in numero molto superiore» a un prof di liceo. Per questo si chiede al Consiglio di Stato di giustifica­re queste differenze, o di illustrare i provvedime­nti pensati per risolverle. In ballo, si spiega, c’è l’impegno – spesso ripetuto dalle istituzion­i – a dare “medesima dignità” e “medesima importanza” ai due diversi ambiti della formazione secondaria ticinese.

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TI-PRESS Una lavagna di domande

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