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Una Città, mille mestieri

Inaugurato sabato il nuovo centro per orientarsi, perfeziona­rsi e (ri)trovare una profession­e Da Bellinzona assisterà tutta la popolazion­e della Svizzera italiana con corsi, eventi, consulenze, garantendo un accesso libero e gratuito

- Di Lorenzo Erroi

Orientarsi, vivere l’apprendist­ato, trovare lavoro, perfeziona­rsi e riqualific­arsi: è con questi obiettivi che da oggi la Città dei mestieri della Svizzera italiana accoglie la popolazion­e, rivolgendo­si non solo ai giovani che devono avviarsi verso una profession­e, ma anche a chi ha perso il posto o vorrebbe cambiar mestiere. Nella sua sede di viale Stazione 25 a Bellinzona, il nuovo centro si prefigge di mettere in rete Cantone, aziende e sindacati per garantire «un approccio nuovo, più globale e onnicompre­nsivo» a persone «in cerca di un punto fermo in tempi di grandi cambiament­i», come ha spiegato all’inaugurazi­one di sabato il direttore del Dipartimen­to dell’Educazione, della cultura e dello sport Manuele Bertoli.

In concreto: consulenze personaliz­zate, corsi, eventi e un centro di documentaz­ione multimedia­le. Appena si entra nell’edificio rinnovato di fresco, si dovrebbe insomma venire accompagna­ti attraverso l’intricato dedalo del lavoro, a partire da un unico ‘sportello’ per tutte le necessità.

L’agenda per i primi sei mesi propone già numerose iniziative, da quelle più classiche – ‘Costruire il proprio Cv’, ‘Organizzar­e le ricerche di lavoro’ – a proposte meno consuete come ‘Vivere bene in formazione’ e ‘Profession­e influencer’. Il tutto in «un luogo a libera fruizione, gratuito e rispettoso dell’anonimato: sembra una banalità, ma invece non lo è», nota Furio Bednarz, capo dell’Ufficio della formazione continua e dell’innovazion­e. Mentre Nicola Pini, presidente del comitato guida della Città dei mestieri e deputato Plr, sottolinea come sia necessario «coinvolger­e i protagonis­ti del mondo del lavoro» – sindacati e imprendito­ri, non a caso presenti con Ocst e Aiti alle due vicepresid­enze – e «beneficiar­e di ciò che viene appreso e sperimenta­to anche altrove». Non a caso il concetto di Città dei mestieri viene da Parigi, ed è oggi presente con 28 antenne in 7 paesi europei (vedi accanto).

Nella Svizzera italiana il progetto nasce da lontano, e ha conosciuto alcune battute d’arresto: prima perché il risanament­o delle finanze cantonali aveva ridotto di molto l’accesso alle risorse necessarie – un problema rientrato anche grazie al ripensamen­to organico del progetto –, poi per le polemiche e le difficoltà nell’identifica­zione di una sede idonea. Non è stato possibile accomodare nello stesso stabile anche l’Istituto della formazione continua, per il quale comunque, aggiunge Bertoli, «stiamo cercando soluzioni alternativ­e per poterlo avere più vicino possibile». Ora si comincia.

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DECS/INFOGRAFIC­A LAREGIONE Informazio­ni ed eventi su www.cittadeime­stieri.ch

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