Una Città, mille mestieri
Inaugurato sabato il nuovo centro per orientarsi, perfezionarsi e (ri)trovare una professione Da Bellinzona assisterà tutta la popolazione della Svizzera italiana con corsi, eventi, consulenze, garantendo un accesso libero e gratuito
Orientarsi, vivere l’apprendistato, trovare lavoro, perfezionarsi e riqualificarsi: è con questi obiettivi che da oggi la Città dei mestieri della Svizzera italiana accoglie la popolazione, rivolgendosi non solo ai giovani che devono avviarsi verso una professione, ma anche a chi ha perso il posto o vorrebbe cambiar mestiere. Nella sua sede di viale Stazione 25 a Bellinzona, il nuovo centro si prefigge di mettere in rete Cantone, aziende e sindacati per garantire «un approccio nuovo, più globale e onnicomprensivo» a persone «in cerca di un punto fermo in tempi di grandi cambiamenti», come ha spiegato all’inaugurazione di sabato il direttore del Dipartimento dell’Educazione, della cultura e dello sport Manuele Bertoli.
In concreto: consulenze personalizzate, corsi, eventi e un centro di documentazione multimediale. Appena si entra nell’edificio rinnovato di fresco, si dovrebbe insomma venire accompagnati attraverso l’intricato dedalo del lavoro, a partire da un unico ‘sportello’ per tutte le necessità.
L’agenda per i primi sei mesi propone già numerose iniziative, da quelle più classiche – ‘Costruire il proprio Cv’, ‘Organizzare le ricerche di lavoro’ – a proposte meno consuete come ‘Vivere bene in formazione’ e ‘Professione influencer’. Il tutto in «un luogo a libera fruizione, gratuito e rispettoso dell’anonimato: sembra una banalità, ma invece non lo è», nota Furio Bednarz, capo dell’Ufficio della formazione continua e dell’innovazione. Mentre Nicola Pini, presidente del comitato guida della Città dei mestieri e deputato Plr, sottolinea come sia necessario «coinvolgere i protagonisti del mondo del lavoro» – sindacati e imprenditori, non a caso presenti con Ocst e Aiti alle due vicepresidenze – e «beneficiare di ciò che viene appreso e sperimentato anche altrove». Non a caso il concetto di Città dei mestieri viene da Parigi, ed è oggi presente con 28 antenne in 7 paesi europei (vedi accanto).
Nella Svizzera italiana il progetto nasce da lontano, e ha conosciuto alcune battute d’arresto: prima perché il risanamento delle finanze cantonali aveva ridotto di molto l’accesso alle risorse necessarie – un problema rientrato anche grazie al ripensamento organico del progetto –, poi per le polemiche e le difficoltà nell’identificazione di una sede idonea. Non è stato possibile accomodare nello stesso stabile anche l’Istituto della formazione continua, per il quale comunque, aggiunge Bertoli, «stiamo cercando soluzioni alternative per poterlo avere più vicino possibile». Ora si comincia.