Due persone in quarantena. L’Ufsp: ‘Possibili contagi da segnalare entro due ore’
Zurigo – Il coronavirus potrebbe essere arrivato anche in Svizzera: due persone rientrate da poco dalla Cina sono state poste in quarantena all’ospedale Triemli a Zurigo. Dal canto suo la Svizzera corre ai ripari: la Confederazione ha deciso di rafforzare l’obbligo di notifica a causa dell’epidemia proveniente dalla Cina. Medici e laboratori dovranno segnalare i casi sospetti a Cantoni e Confederazione entro due ore. “L’ordinanza sulla dichiarazione verrà adeguata la prossima settimana”, indica Patrick Mathys, capo della sezione gestione delle crisi e collaborazione internazionale dell’Ufficio federale della sanità pubblica (Ufsp), in un’intervista pubblicata sul ‘SonntagsBlick’. “Il rischio di contagio in Svizzera al momento è basso, ma un virus non conosce confini nazionali e dunque non si deve ignorare il pericolo”, spiega Mathys. Nel frattempo i campioni delle due persone poste in quarantena all’ospedale Triemli vengono ora sottoposti a un test specifico presso il Centro nazionale di riferimento per le infezioni virali emergenti di Ginevra. Entrambi mostrano segni di infezione a seguito di un soggiorno in Cina. Inoltre è noto che la Confederazione è una destinazione molto apprezzata e ambita da numerosi turisti provenienti dall’Estremo Oriente: “Siamo anche in contatto con gli operatori turistici che organizzano viaggi di gruppo con ospiti provenienti dall’Asia”, aggiunge il caposezione dell’Ufsp al domenicale svizzerotedesco.
Ulteriori misure preventive agli aeroporti elvetici, come fatto in altre località, non sono al momento in vigore. L’Ufsp sconsiglia di intraprendere un viaggio in direzione di Wuhan, l’epicentro dell’epidemia. Attualmente, secondo informazioni del Dipartimento federale degli affari esteri, sono otto i cittadini svizzeri che vivono nella zona maggiormente colpita dal virus. La metà ha già lasciato la regione, mentre i rimanenti quattro hanno deciso di non muoversi, precisa un portavoce, sottolineando che non si conoscono per ora casi di svizzeri all’estero infetti. Nei giorni scorsi in alcuni cantoni erano già stati chiariti alcuni casi sospetti. In ogni caso ospedali e strutture sanitarie elvetiche sono ‘ben attrezzate per affrontare l’epidemia’, assicura Mathys.