Palestinesi contro il piano di pace di Trump: ‘Usciremo da Oslo’
Tel Aviv – I palestinesi tuonano contro il piano di pace in Medio Oriente messo a punto dall’amministrazione Trump e che il presidente Usa illustrerà personalmente tra oggi e domani ai leader israeliani. La minaccia, giunta ieri da Ramallah, è addirittura quella di sciogliere l’Autorità nazionale (Anp), uscendo così di fatto dagli Accordi di Oslo del 1993. Trump oggi incontrerà separatamente alla Casa Bianca il leader centrista Benny Gantz (Blu-Bianco) e il premier Benjamin Netanyahu. Martedì, il tycoon dovrebbe rendere pubblica la parte politica – quella economica è stata presentata questa estate a Manama in Bahrein – di quello che lui stesso ha definito “l’accordo del secolo” per mettere fine al conflitto tra israeliani e palestinesi.
In rotta con gli Usa, bollati come partner inaffidabili dal loro riconoscimento di Gerusalemme capitale di Israele e con cui non ci sono più rapporti, la dirigenza di Ramallah è compatta nel rifiutare il piano Trump ed ha indetto per martedì prossimo “una giornata di rabbia” in tutti i Territori. “Il sedicente accordo del secolo – ha avvertito Nabil Abu Rudeina, portavoce di Abu Mazen – non passerà senza l’approvazione del popolo palestinese. La leadership studierà tutte le opzioni, incluso il destino dell’Anp”. Mentre il segretario generale dell’Olp Saeb Erekat ha definito il piano “la truffa del secolo e non un accordo”. Poi ha ricordato che se Netanyahu darà il via all’annessione della Valle del Giordano - come ha annunciato lui stesso - sarà proprio Israele “ad uscire ufficialmente dagli Accordi di Oslo”. Per Fatah, il partito di Abu Mazen, “l’unica utile ed effettiva risposta” al piano di pace è “l’immediato riconoscimento da parte della comunità internazionale e specialmente dalla Ue di uno Stato palestinese nei confini del 1967, con Gerusalemme est capitale”. Secondo Jamal Nazzal, portavoce di Fatah, questo “passo” è la risposta “ai tentativi dell’amministrazione Usa di destabilizzare ulteriormente la nostra regione negando i diritti palestinesi”. Secondo indiscrezioni trapelate nei giorni scorsi, oltre al riconoscimento della sovranità israeliana sulla Valle del Giordano e sugli insediamenti nell’Area
C della Cisgiordania (quella, in base agli Accordi di Oslo, già sotto controllo di Israele), il piano prevede l’accettazione a tempo debito da parte Usa di uno Stato palestinese “smilitarizzato” che includerebbe il resto del territorio della stessa zona C, oltre alle attuali Aree A e B, più Gaza.
A Gaza a deporre le armi dovrebbero essere Hamas e le altre fazioni, Jihad islamica compresa. Il piano – definito dai media la migliore offerta mai fatta ad Israele – prevede che i palestinesi riconoscano Gerusalemme capitale di Israele.