Psicologia degli investitori
La finanza comportamentale cerca di spiegare il modo d’agire dell’investitore, che decide con razionalità limitata, e mostra come tale condotta possa portare a decisioni sbagliate. Emozioni quali paura, insicurezza, avidità, orgoglio, rammarico e avversione alle perdite incidono sulle decisioni degli investitori e possono condurre a scelte irrazionali. Viene data maggiore importanza alle informazioni che confermano la nostra opinione, mentre quelle che la contrastano vengono represse. I piccoli investitori imitano il comportamento degli altri, perché presumono siano meglio informati: effetto gregge.
Restano ancorati alle esperienze del passato e questo influenza notevolmente la valutazione di una nuova situazione. La mente può incappare in errori cognitivi quali l’eccessiva sicurezza o l’eccessivo ottimismo o l’illusione di avere il controllo su tutto. Questo porta a mantenere lo status quo perché non si è in grado d’affrontare un cambiamento strategico.
Un falso mito recita: “Un investimento in titoli è rischioso e quindi non consente margine di guadagno”. Tuttavia è risaputo come l’assunzione di rischi venga spesso premiata, in un’ottica di lungo termine, con maggiori rendimenti.
Il coinvolgimento emotivo e psicologico è assolutamente comprensibile perché fortunatamente siamo esseri umani e non computer!
Il supporto di un consulente finanziario potrà aiutare l’investitore a ridurre il peso delle sue emozioni al momento dell’investimento, a trovare la giusta soluzione in base al suo profilo d’investitore e a guidare i suoi risparmi verso la retta via.