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Yule nella storia, Feuz quasi

Il vallesano trionfa nello slalom di Kitzbühel: l’ultimo elvetico era stato Giovanoli nel 1968. Il bernese 2° sulla Streif.

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È stato l’ennesimo weekend eccellente per lo sci svizzero, quello di Kitzbühel. È vero, in bocca a tutti gli appassiona­ti è rimasto il gusto amaro del secondo posto di Beat Feuz nella discesa della Streif. Ma per quanto la tanto agognata vittoria sarebbe quasi un dovere storico nei confronti di un atleta che ha chiuso per ben quattro volte al secondo posto, come dice lo stesso bernese, «secondo sulla Streif è sempre un grande risultato». E se a Feuz non è riuscita la doppietta Wengen-Kitzbühel, a Daniel Yule è riuscita la tripletta Madonna di Campiglio-Adelboden-Kitzbühel. Sì, perché il vallesano è entrato ieri nella storia dello sci svizzero. Era infatti dal 1968 che un elvetico non trionfava più tra i paletti stretti della mitica stazione invernale austriaca. E Yule lo ha fatto mettendo in riga due manche che si sono avvicinate alla perfezione. Certo, a metà del secondo tracciato ha fatto gelare il sangue nelle vene di tutti i tifosi con un errore che poteva costargli la gara, ma ha saputo reagire in maniera brillante, rimanendo calmo e concentrat­o. Alla fine ha preceduto di 12 centesimi l’austriaco Schwarz e di 37 il francese Noël, con il norvegese Braathen, a sorpresa il migliore sul primo percorso, retrocesso al quarto posto a 49 centesimi dal vallesano. «D’altra parte si va sempre a tutta – ha commentato ai microfoni della Rsi –. Quando i primi trenta sono racchiusi in un secondo e mezzo non c’è margine per le speculazio­ni, non puoi permettert­i di andare all’80% ed è quindi logico che se sei sempre a tutto gas i rischi di commettere errori siano maggiori. Ma me la sono cavata e l’ho portata a casa, questo è ciò che conta».

E poi, Kitzbühel è pur sempre Kitzbühel, anche se si tratta dello slalom e non della discesa... «Non trovo le parole per commentare questo successo. Vincere qui rappresent­a più di un sogno. Da bambino quando si guardano le gare alla television­e si sogna una successo su questa pista. Kitzbühel è un mito...». Questo terzo trionfo stagionale pone il vallesano in ottima posizione anche nella corsa alla Coppa di specialità. Si trova al secondo posto con 435 punti, 17 in meno di Henrik Kristoffer­sen. E martedì, in notturna (proprio come a Madonna di Campiglio) il duello si rinnoverà sulle nevi di Schladming...

Per quanto riguarda gli altri elvetici, da segnalare il nono rango di Reto Schmidighe­r e l’undicesimo di un Ramon Zenhäusern che ha affermato di non essersi divertito né sul primo, né sul secondo tracciato. Per lui una giornata poco felice e l’obiettivo già puntato verso i prossimi appuntamen­ti.

Streif maledetta per Feuz

E se Yule assapora il suo momento di gloria, Beat Feuz deve ancora una volta masticare amaro: la Streif proprio non gli si vuole concedere. Al termine di una gara mozzafiato, la gloria è andata all’austriaco Matthias Meyer (le aquile sono tornate sul gradino più alto del podio a sei anni di distanza dall’ultima volta) che ha preceduto di 22 centesimi Beat Feuz e l’altro austriaco Vincent Kriechmayr, i quali si sono divisi il secondo rango al centesimo di secondo. Quarto posto per il francese Johan Clarey a 5 centesimi da Feuz e Kriechmayr. Insomma, una discesa pazzesca che si è giocata tutta dall’Hausbergka­nnte in giù, con la traversa finale interpreta­ta benissimo da Feuz, ma a meraviglia da Mayer.

Autore di 17 podi nelle ultime 19 discese (!), con un sei su sei in questa stagione, Feuz si è dunque dovuto accontenta­re del secondo posto, proprio come nel 2016, nel 2018 e nel 2019 (nel 2017 era caduto prima della traversa quando era nettamente al comando)... «Mi è mancato un pizzico di grinta – ha affermato Kugelblitz –. Sono stato troppo prudente sullo Steilhang». Grazie alla sua straordina­ria regolarità, il bernese ha comunque compiuto un passo importante verso la terza Coppa di specialità. In calendario rimangono quattro prove (Garmisch, Yanqing, Kvitfjell e Cortina) e i punti di vantaggio sono 96 su Paris (fuori gioco per la rottura del crociato del ginocchio) e 180 su Mayer...

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KEYSTONE La perfezione di Daniel Yule

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