L’uomo della foresta
In Asia troviamo l’orango, che in malese significa “l’uomo della foresta”. E non c’è da meravigliarsi. Con i suoi occhi e le sue espressioni, non si riesce a non pensare ad un essere vivente molto simile a noi. Un tempo gli oranghi abitavano gran parte dell’Asia meridionale, dalle pendici dell’Himalaya alla Cina del Sud. Oggi, del loro habitat originario resta pochissimo, appena il 2%, Ed è qui, nascosti fra le più fitte foreste di Sumatra e del Borneo, che si trovano gli ultimi 30mila oranghi. Conducono una vita pacifica e solitaria costantemente minacciati dalla distruzione del loro ambiente naturale. Gli oranghi non sono molto prolifici, le femmine partoriscono in media solo una volta ogni 4/6 anni e questo, purtroppo, non è molto di aiuto per la conservazione della specie. Le foreste dove vive l’orango sono distrutte a ritmi sempre maggiori e il taglio degli alberi, molto spesso frutto di attività illegali è alimentato dalla crescente richiesta di legnami pregiati tropicali e dalla richiesta di terreni da convertire all’agricoltura e alla produzione di polpa di carta. Negli ultimi anni la richiesta di olio di palma ha alimentato ulteriormente la distruzione delle foreste. Gran parte delle foreste in pianura e collina sono ormai occupate da estese piantagioni di olio di palma utilizzato nel settore alimentare, della cosmesi e come bio-carburante.