Coronavirus: quali conseguenze economiche?
Alla notizia di una Tv cinese, secondo la quale sarebbe stato trovato un efficace trattamento all’infezione da coronavirus, i mercati mondiali hanno comprensibilmente festeggiato con un balzo che non si vedeva da tempo. Alle quotazioni di giovedì, pressoché tutte le Borse dell’Occidente si sono ritrovate più in alto di due settimane prima, quando si diffusero le prime notizie sulla nuova, terribile epidemia. L’indice S&P e il Nasdaq avevano pure superato i precedenti massimi storici e solo Shanghai, pur in forte recupero dal minimo di tre giorni prima, mostrava una flessione del 7,4% rispetto ai livelli del 20 gennaio.
‘A prescindere da ogni considerazione umanitaria, il coronavirus parrebbe una manna per l’economia, visto che i successivi recuperi supererebbero il danno iniziale’
L’entusiasmo parrebbe più che giustificato, se non fosse che, due ore dopo la notizia della Tv cinese, l’Organizzazione mondiale della sanità aveva precisato che ‘non c’era alcun trattamento efficace contro il virus’. Gli operatori, soliti a diffidare delle informazioni provenienti da Pechino, hanno preso per buona la prima notizia e hanno trascurato la seconda, mostrando una dose d’euforia a dir poco eccessiva.
Eppure, la recente reazione dei mercati, così come il comportamento delle Borse da parecchi mesi a questa parte, sarebbero giustificati, secondo gli operatori, proprio dalla razionalità: come quella, per esempio, che trapelerebbe dall’analisi di Goldman
Sachs sulle conseguenze economiche del virus cinese.
Secondo la banca americana, la nuova epidemia sottrarrebbe 6,4 punti percentuali (annualizzati) al Pil della Cina nel primo trimestre (cosicché la crescita sarebbe leggermente negativa), ne aggiungerebbe 6 nel secondo trimestre e uno nel terzo: a prescindere da ogni considerazione umanitaria, il coronavirus parrebbe una manna per l’economia, visto che i successivi recuperi supererebbero il danno iniziale.