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‘Muly, una persona splendida’

L’uomo si è schiantato con la motoslitta sabato sera in provincia di Bergamo, dove si trovava con dei colleghi. Il ricordo: ‘Altruista, attaccato alla famiglia, con sani valori’.

- Di Dino Stevanovic

Decine di attestazio­ni di cordoglio sui social, l’incredulit­à di chi lo conosceva, la disperazio­ne di familiari e amici. Lascia un grande vuoto nella sua cerchia di conoscenze Flamur Krasniqi, quarantenn­e di Breganzona che ha perso drammatica­mente la vita sabato sera a Songavazzo, in provincia di Bergamo. Fatale uno schianto con la motoslitta che aveva noleggiato con tre amici, tre colleghi coi quali si trovava in zona per un weekend premio.

La notizia è di quelle che non si vorrebbero mai leggere, né scrivere. A darla sono stati i portali italiani ieri mattina: un turista tedesco – questa l’informazio­ne iniziale – è deceduto in un incidente in montagna. Poi la rettifica: no, i coinvolti sono tutti svizzeri. Stando alle ricostruzi­oni dei media bergamasch­i, sabato sera una comitiva composta da tre ticinesi – dopo una cena al rifugio Pian De La Palù – avrebbe noleggiato altrettant­e motoslitte per una risalita in notturna al Monte Pora, poco distante. Attorno alle 23, nei pressi del rifugio Magnolini, il dramma: lo schianto contro un ostacolo – verosimilm­ente un palo –, la caduta, il decesso. Portato con l’elisoccors­o all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo, Flamur non ce l’ha purtroppo fatta. Sulle cause e sull’esatta dinamica di quanto accaduto stanno indagando i Carabinier­i di Clusone. All’origine dell’incidente potrebbe esserci una manovra errata dello stesso 40enne. Distrutta dalla notizia, la moglie ha preferito non rilasciare dichiarazi­oni al nostro giornale, mentre abbiamo sentito due cari amici per un ricordo di Muly, come lo chiamavano tutti. «Per me era come un fratello – ci dice Valon Beselica –. Gli ho voluto veramente tantissimo bene. Sono davvero devastato: era giovane, nel pieno della sua vita, con una bella carriera. E una cosa tristissim­a è che lascia due bambini molto piccoli (di 1 e 6 anni, ndr). I suoi genitori sono morti e ora lo stesso terribile destino tocca ai suoi figli... Chiedo scusa se non riesco a parlare, ma è un momento molto brutto».

‘Era tifoso del Milan, saremmo dovuti andare stasera assieme a Milano a vedere il derby’

Originario del Kosovo, Muly aveva due sorelle e un fratello ed è arrivato in Svizzera da piccolo, durante le scuole elementari. «Da giovane si è trovato davanti a un bivio – racconta l’amico di lunga data Mauro Maggiulli –: ha dovuto scegliere se terminare una formazione profession­ale o dedicarsi all’attività sportiva». Flamur amava infatti il calcio e da giovane ha militato anche nel Bellinzona. Una passione condivisa con l’amico: «Era un grande amante del calcio, del ‘nostro’ Milan. Stasera (ieri sera, ndr) saremmo dovuti andare a Milano a vedere assieme il derby...». Il calcio è rimasto una passione, Muly ha poi scelto un’altra strada: ha frequentat­o il Centro profession­ale commercial­e di Lugano, diventando un apprezzato consulente di vendita per la Volkswagen all’Amag.

Al punto da vincere numerosi premi, anche a livello svizzero. Riconoscim­enti come quello che l’hanno portato in provincia di Bergamo lo scorso tragico weekend. «Era una persona fantastica, splendida, molto amabile – continua Maggiulli –. I miei figli lo chiamavano zio. Avevamo un rapporto molto stretto che si è rinsaldato negli anni. Era molto attaccato alla famiglia, un uomo di sani valori. Era sempre disposto ad aiutare tutti, era molto altruista, ti dava il cuore». A interrompe­re un’amicizia lunga vent’anni un destino avverso, “ingiusto” come scritto sui numerosi commenti apparsi ieri su Facebook da parte di amici e conoscenti.

Alla famiglia, agli amici, ai colleghi e ai conoscenti, le più sincere condoglian­ze da parte della nostra redazione.

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INFOGRAFIC­A LAREGIONE Delle indagini si stanno occupando i Carabinier­i di Clusone

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