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Leon ‘Kid Chocolate’ Brown e l’eredità dei Meters

Stasera in concerto un quartetto guidato da uno dei migliori trombettis­ti di New Orleans

- Di Matteo Ceschi

Un omaggio al groove della Città del delta e ai Meters, gruppo di culto del funk di New Orleans, è quello che proporrà Leon “Kid Chocolate” Brown questa sera alle 20.30 al Jazz Cat Club di Ascona (tel: 078 733 66 12).

Lo show che proporrai ad Ascona si concentrer­à sulla musica dei Meters, una delle storiche band di

New Orleans. Come vi avvicinere­te alla loro musica?

Per interpreta­re la musica di altri artisti è necessaria una certa esperienza. Io seguo una mia linea: a seconda dei musicisti e delle situazioni in cui mi trovo cerco di mantenere un equilibrio tra un approccio più morbido, con sottili sfumature alla struttura originale della composizio­ne, e uno più, diciamo, “spinto” e personale che mi porta insieme alla band a prendere maggiori libertà e a stravolger­e il brano. Comunque sia, voglio davvero che questa musica suoni il più organica possibile e si integri con le diverse realtà da cui provengono gli artisti che mi accompagne­ranno, artisti che sono originari di due diversi continenti. Non è facile, visto che la situazione di partenza ci concede davvero poco tempo per le prove; la cosa migliore da fare nel nostro caso è restare fedeli alla struttura originale delle canzoni dei Meters e applicare la nostra creatività all’interno di questa struttura.

Pensi che la lezione dei Meters suoni ancora oggi come una valida proposta musicale?

Penso che l’eredità del suono Meters sarà sempre valida. Non a caso, le registrazi­oni dei Meters sono tra le più campionate dai produttori hip-hop e R&B di oggi. Lasciateme­lo dire in tutta franchezza: se una cosa è grande e funziona, beh, allora, non subirà l’usura del tempo.

Alla luce di una lunga serie di esibizioni in giro per l’Europa, cosa ti aspetteres­ti di ricevere dal pubblico che ancora non ti è stato dato?

Sarò sincero, vorrei arrivare a dare qualcosa al pubblico più di quanto mi piacerebbe ricevere dalla platea. In ognuna delle mie esibizioni in giro per l’Europa dove compariva il mio nome come main artist, sono sempre stato accompagna­to da amici di diverse nazionalit­à. Mi sono sempre divertito e sono grato per le esperienze fatte. Tuttavia, quello che mi piacerebbe più di tutto sarebbe offrire al pubblico europeo la possibilit­à di ascoltare tutta la mia band di New Orleans per avere modo di sperimenta­re dal vivo le alchimie che ci legano e divertirsi con noi. Se proprio dovessi chiedere qualcosa al pubblico, beh, allora chiederei un feedback sulle esibizioni della mia band al completo.

La rivista “OffBeat” ti ha messo in lizza per la nomination di “miglior trombettis­ta di New Orleans del 2019”. Che cosa trai da questa consideraz­ione e attenzione nei tuoi confronti? Pensi che un premio prestigios­o possa fare la differenza o bisogna sempre lavorare sodo per mantenere una visione artistica fresca e al passo con i tempi?

È sempre un grande onore ricevere dei premi. Figuriamoc­i quelli che mi indicano come il migliore di tutti! Essere in lizza per la nomination con altri trombettis­ti fenomenali in certi momenti mi fa sentire pazzo di gioia. Ma alla fine, quando mi siedo e faccio un onesto esame di me stesso beh, in quel momento, devo dire che premi e riconoscim­enti mi sembrano solo un modo che l’universo ha di dirmi che se tu ami quello che fai e ti ci impegni fino in fondo i tuoi sforzi saranno ripagati. Nel 2018 ho vinto la categoria miglior trombettis­ta dell’anno di “OffBeat” magazine e alcuni anni prima un

Grammy. I premi aiutano molto nel rafforzare la percezione che il pubblico ha di te, ma sinceramen­te non l’idea che ho di me stesso: so qual è stato il mio percorso fino a qui e so che una volta che conosci il tuo scopo inizi a creare il tuo destino con determinaz­ione.

So che stai avviando un progetto con il musicista e compositor­e ticinese Frank Salis. Ci puoi raccontare qualcosa a tal riguardo?

Ho incontrato Frank quando era qui a New Orleans qualche mese fa per delle registrazi­oni e ho avuto la possibilit­à di ascoltarlo mentre suonava un po’ della sua musica... Tutto quello che posso dire è che quello che ho sentito era potente, nitido e pieno di sentimento e che da lui non dovresti aspettarti niente di meno!

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Kid Chocolate a JazzAscona 2019

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