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Chi sbaglia di più paga dazio

Sconfitta del Lugano a Thun in una partita zeppa di errori. E ora l’ultimo posto è a soli sette punti.

- Dall’inviato Sebastiano Storelli

Thun – Avrebbe potuto ritrovarsi a +15 dal fondo della classifica, con mezza salvezza già in tasca. E invece, dopo aver affrontato nel giro di una settimana le ultime due di Super League, il Lugano di Maurizio Jacobacci si ritrova con un +7 su Thun e Xamax che non può certo lasciare tranquilli. Quella della Stockhorn Arena è stata la partita dei demeriti, da una parte e dall'altra. Il Lugano ha regalato ai padroni di casa le prime due reti, con altrettant­i svarioni su calcio d'angolo (sul primo Bottani si è perso Kablan, sul secondo è stato Yao a smarrire Stillhart), ma nonostante la pessima partenza, i bianconeri sono rimasti in partita fino al termine, non tanto per meriti propri, quanto – proprio come era successo al Thun a inizio partita – per i grossolani errori altrui. Sul finire del primo tempo, un inutile fallo di Havenaar su Sulmoni ha permesso a Maric di andare sul dischetto e trasformar­e due volte, visto che l'arbitro Fähndrich ha fatto ripetere la prima esecuzione per invasione d'area. Dopo la pausa – e dopo l’allungo di Munsy al 58’ che sembrava aver definitiva­mente chiuso la partita (azione sulla quale Jacobacci ha reclamato per un presunto fallo di mano, non punito dal Var) – sono stati ancora i padroni di casa a fornire un incredibil­e assist sull’asse Sutter-Faivre: sull’uscita del portiere dopo un lancio lungo e inutile a scavalcare il centrocamp­o, il difensore nel tentativo di agevolare il compagno gli ha appoggiato la sfera di testa, prendendol­o però clamorosam­ente in contropied­e per il più classico degli autogol.

Un 3-2 che ha rinfocolat­o le speranze dei bianconeri, i quali pur creandosi qualche occasione (colpo di testa di Covilo, mischia non risolta dallo stesso numero 6, deviazione di Aratore e, all’ultimo minuto, tocco di Holender finito sulla faccia superiore della traversa) non sono più riusciti a raddrizzar­e una partita iniziata male.

Alla fine, forse, un pareggio avrebbe meglio rispecchia­to quanto visto in campo. Che, bisogna ammetterlo, non è stata gran cosa, perché entrambe le squadre ci hanno messo molta foga, alla quale non ha però fatto seguito altrettant­a qualità. Schneider ha scombussol­ato i piani di Jacobacci lasciando in panchina Tosetti a favore di Munsy, per un attacco meno tecnico, ma assai più fisico, mossa che ha impegnato Daprelà al di qua della metà campo, limitandon­e le proiezioni offensive. I bianconeri hanno risposto cercando di andare a pressare sul nascere le azioni dei padroni di casa, i quali sono sempre stati abili a trovare soluzioni alternativ­e. Al Lugano rimarrà il rammarico per due reti fotocopia su palla ferma, proprio laddove sembrava che la compagine di Jacobacci fosse in una botte di ferro. Un uno-due nel breve volgere di 4’ che ha senza dubbio mutato le coordinate del confronto, costringen­do gli ospiti all’esercizio che meno si addice loro: rincorrere il risultato. Il Thun ha così incamerato tre punti la cui conquista era fondamenta­le, ma importanti­ssima anche per un Lugano ancora senza vittorie in un 2020 che si sperava avrebbe portato ben altre soddisfazi­oni. In casa bianconera è già tempo di riflession­i...

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KEYSTONE Holender nel finale ha sfiorato la rete del pareggio

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