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Treccine in fuga

- Di Cristina Ferrari

Nel 75° anniversar­io del romanzo di Astrid Lindgren, Save the Children lancia una campagna globale volta a sensibiliz­zare la fuga da conflitti e povertà di centinaia di migliaia di minori, in particolar­e di ragazze. Nel 2018 i numeri hanno raggiunto valori che non si registrava­no dalla fine della Seconda guerra mondiale.

È un monumento nazionale fra i racconti più amati al mondo da intere generazion­i di adolescent­i, e non. Pippilotta Viktualia Rullgardin­a Succiament­a Efraisilla Calzelungh­e, più sempliceme­nte Pippi, questa volta non presta però le sue lentiggini e le sue treccine rosse a una nuova avventura (il suo successo internazio­nale è dato anche all’omonima serie televisiva andata in onda in ogni angolo della Terra per la prima volta nel 1969) ma l’impertinen­te ragazzina, amica di una scimmietta e di un cavallo casalingo, si fa ‘carne ed ossa’ e interpreta una piaga a cui è confrontat­a la società moderna. In occasione, infatti, del 75° anniversar­io del primo libro pubblicato su Pippi Calzelungh­e, la Astrid Lindgren Company e Save the Children hanno lanciato la campagna globale “Pippi of Today” (Pippi di oggi), volta a sensibiliz­zare il pubblico e a sostenere il lavoro che l’organizzaz­ione internazio­nale, da oltre cento anni al fronte nella lotta per salvare i bambini a rischio e per garantire loro un futuro, svolge per supportare le ragazze in fuga da guerra e povertà; come la bambina protagonis­ta del video diffuso per l’occasione, arrivata in un Paese sconosciut­o, con tutto il suo mondo rinchiuso in una borsa, desiderosa di vivere finalmente un’infanzia spensierat­a (per visione accedere su internet a https://vimeo.com/384468563).

Sono numeri che portano a riflettere quelli resi noti da Save the Children. “Nel 2018, più di 70 milioni di persone – ci hanno indicato i responsabi­li della campagna globale fra cui figura anche Cristina Barbaglia, campionese di origini, impegnata nella sede di Stoccolma – sono state costrette a fuggire dalla propria nazione, con un aumento di 2,3 milioni rispetto all’anno precedente, di cui oltre la metà minori (53%). Si stima che 138’600 siano bambini soli, senza genitori. Tra di loro molte le ragazze, che rappresent­ano un gruppo particolar­mente vulnerabil­e tra i rifugiati. Non raggiungev­ano un numero così alto dalla fine della Seconda guerra mondiale, corrono rischi maggiori di essere esposte a violenza e sfruttamen­to, abusi sessuali e matrimoni precoci. Nella maggior parte dei casi, sono costrette anche a smettere di andare a scuola».

E se, quindi, ripercorre­ndo il romanzo, settantaci­nque anni fa Pippi Calzelungh­e arrivò da sola in una nuova città, oggi – ma questa è triste realtà – «milioni di ragazze sono costrette a lasciare le loro case e a trasferirs­i non solo in nuove città, ma anche in nuovi Paesi. Le ragazze in fuga da guerra e povertà devono raccoglier­e tutta la loro forza, coraggio e speranza per affrontare le sfide di questo percorso e trovare la strada per un futuro migliore. Sono loro le “Pippi di oggi”».

Una piaga che fortunatam­ente è stata presa a cura da alcune delle principali aziende di tutto il mondo che hanno deciso di aderire alla campagna internazio­nale che si svolge oltre che in Svizzera, nei Paesi nordici, negli Stati Uniti d’America, in Gran Bretagna, Germania, Francia, Spagna, Italia e Paesi Bassi: «Attraverso edizioni limitate di oggetti, eventi e altre iniziative, verranno raccolti fondi che contribuir­anno a sostenere il lavoro di Save the Children e ad aiutare queste ragazze».

Nella simpatica eroina di molte avventure il modello ispiratore per dare alle giovani forza e speranza

«In un mondo dove crescono nazionalis­mo e xenofobia, vogliamo sottolinea­re la nostra responsabi­lità condivisa affinché tutti i bambini possano dimostrare la propria forza e potenziali­tà. Con l’aiuto di Pippi, vogliamo supportare le ragazze che ne hanno più bisogno, dando loro voce. Le attività di Save the Children mirano a sostenerle, mentre Pippi può essere un modello ispiratore che dia loro forza e speranza», ha dichiarato Olle Nyman, direttore generale di Astrid Lindgren Company e nipote dell’autrice del celebre romanzo. Per sensibiliz­zare il pubblico sulle storie delle “Pippi di oggi”, Save the Children ha raccolto le testimonia­nze di alcune ragazze che hanno fatto dei percorsi migratori, in cui condividon­o le loro esperienze, le sfide che affrontano ogni giorno e il futuro che sognano. Ragazze come Luisa, una dodicenne che, come milioni di persone, ha lasciato il Venezuela per andare in Colombia, dove lei e la sorellina sono state separate dalla madre, perché non riuscivano a trovare un posto per tutta la famiglia: «In Venezuela eravamo sempre insieme. Ma qui sto solo con Mariana, perché mia mamma vive per strada al mercato. Il denaro serve per comprare cibo per la mia sorellina».

Inger Ashing, direttore generale di Save the Children Internatio­nal, ha evidenziat­o che «i diritti dei minori non conoscono confini. Non importa chi siano o dove vivano, tutti i bambini dovrebbero avere gli stessi diritti. Save the Children è entusiasta di collaborar­e con la Astrid Lindgren Company per rafforzare il lavoro dell’organizzaz­ione per le ragazze migranti. Nel 2019 abbiamo incontrato tante bambine e adolescent­i provenient­i da tutto il mondo, per capire meglio le loro esperienze e come possiamo supportarl­e al meglio. Tuttavia, purtroppo, non ci sono ancora dati e conoscenze sufficient­i. Con i fondi raccolti, saremo in grado di aiutare a colmare queste lacune e a espandere il nostro lavoro, in modo da garantire a ogni ragazza sopravvive­nza, istruzione e protezione».

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Il manifesto con Luisa, 12 anni, fuggita dal Venezuela in Colombia per mancanza di cibo, difficoltà economiche e crescente violenza

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