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Tutta la plastica in un solo sacco

Manuel Bonzanigo (Rs Recupero materiali): assieme agli altri rifiuti, finirebbe nell’incenerito­re A Bellinzona si sperimenta da un anno, ma anche altri Comuni l’hanno introdotto. Lucchini (Okkio): ‘Studi ne dimostrano l’efficienza’.

- Di Federica Ciommiento

Cosa succede alla plastica che gettiamo? Dipende dal sacco in cui scegliamo di introdurla. A Bellinzona, da un anno è presente un sacco a pagamento per la raccolta delle plastiche domestiche (Sammelsack). Anche altri Comuni l’hanno introdotto, nonostante una circolare inviata a luglio dal Dipartimen­to del territorio (Dt) che ne sconsiglia­va l’utilizzo prima dell’arrivo dei risultati dello studio ambientale sul progetto pilota di Bellinzona. Rapporto che, dice il municipale di Bellinzona Christian Paglia, «verrà presentato nelle prossime settimane». Secondo Alessandro Lucchini, coordinato­re di Okkio (Osservator­io della gestione ecososteni­bile dei rifiuti), sconsiglia­re il Sammelsack non è giustifica­to: «Il Dt e l’Ufam (Ufficio federale dell’ambiente) si basano sullo studio ‘KuRVe’ della Confederaz­ione, ma non consideran­o altre ricerche, come quella dell’Iwsb (Istituto degli studi economici di Basilea), che mostra l’efficienza economica della raccolta delle plastiche miste».

Il viaggio del Sammelsack

Una volta ritirati, i sacchi per la raccolta di plastiche domestiche vengono portati dai partner logistici, come ad esempio la Rs Recupero materiali. Il loro compito è quello di ricompatta­rli. In seguito la plastica viene portata ad Eschlikon (Tg) per poi proseguire il suo percorso all’impianto di separazion­e di Lustenau, in Austria. Dopo la divisione per tipologia, tutta la plastica svizzera, compresa la parte di scarto, torna all’impianto di Eschlikon. Lì inizia la fase di triturazio­ne, lavaggio ed estrusione, fino ad ottenere del rigranulat­o, che verrà utilizzato per produrre nuovi oggetti.

Ma per quale motivo utilizzare il Sammelsack, che nel caso di Bellinzona costa come quello dei rifiuti solidi urbani? «La plastica gettata insieme agli altri rifiuti finisce nell’incenerito­re, mentre quella contenuta nel Sammelsack viene riciclata per una quota che varia dal 60 al 70 per cento», dice Manuel Bonzanigo della Rs Recupero materiali, «inoltre si tratta di un’offerta complement­are. Tutto il Pet che viene inserito nel Sammelsack torna nella sua filiera dopo la separazion­e». E aggiunge, «le persone possono comunque continuare a consegnare i loro flaconi in polietilen­e (Pe) e le bottiglie in Pet all’esterno dei supermerca­ti, ma per tutte le altre tipologie il Sammelsack evita che finiscano nell’incenerito­re».

In merito agli impianti di riciclaggi­o della plastica, il consiglier­e di Stato Claudio Zali ha svelato, mercoledì scorso, l’idea di crearne uno in Ticino. Al riguardo Bonzanigo si dice scettico: «Immagino verranno fatti degli studi di fattibilit­à, ma per essere efficace un impianto di riciclaggi­o deve lavorare almeno 20mila tonnellate di plastica di un solo tipo all’anno. Numeri che in Ticino non sono ipotizzabi­li».

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TI-PRESS Un impianto di riciclaggi­o in Ticino? ‘Scettico’

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