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La battaglia di Idlib destinata a continuare

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Damasco/Ankara – La diplomazia attende che si compia la sorte di Idlib, poi interverrà. L’offensiva delle forze di Bashar al Assad con il sostegno della Russia per riprendere il controllo della Siria si scontra con le forze inviate dalla Turchia, e la battaglia cresce di violenza.

Ieri, mentre una delegazion­e russa era ad Ankara per negoziare con il governo di Recep Tayyip Erdogan, altri cinque soldati turchi sono rimasti uccisi e altrettant­i feriti in un raid dell’artiglieri­a governativ­a, a una settimana dalla morte di altri otto turchi, che aveva scatenato il più grave scontro da anni tra Ankara e Damasco. Immediata anche questa volta la risposta dell’esercito di Erdogan, che da giorni rinforza le sue postazioni nella provincia ribelle della Siria nordoccide­ntale con l’invio di uomini e blindati. La Difesa turca parla di almeno 101 soldati del regime uccisi, oltre alla distruzion­e di mezzi d’artiglieri­a e un elicottero colpito. Un’escalation che aggrava ulteriorme­nte una situazione già definita fuori controllo dall’ufficio per il Coordiname­nto

degli affari umanitari dell’Onu (Ocha), secondo il quale da dicembre 689mila persone sono sfollate verso la frontiera turca. L’Osservator­io siriano per i diritti umani ha parlato di 29 civili uccisi nelle ultime 24 ore.

Si tratta di una delle maggiori ondate migratorie in quasi nove anni di guerra, in un’area dove vivono circa tre milioni di civili, molti dei quali già sfollati da altre zone della Siria.

Ankara ha avvisato di non essere in grado di accogliere nuovi rifugiati oltre ai più di tre milioni e mezzo di siriani che già ospita, minacciand­o di aprire se necessario le sue porte verso l’Europa. Una crisi che sta minando anche l’intesa tra Erdogan e Putin, che in questi anni ha portato ad accordi strategici anche in altre aree della Siria, fermando lo scorso autunno l’offensiva turca contro i curdi, ed è stata rilanciata nella crisi in Libia. Ankara ha chiesto nuovamente a Mosca di rispettare i suoi compiti di garante della tregua di Sochi, fermando gli attacchi del regime. Ma Putin di lasciare mano libera a Erdogan non ha intenzione. Idlib può bruciare.

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KEYSTONE In macerie

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